Dottorato di ricerca SDA
PhD Day 2025. Il discorso integrare del Rettore John Mc Court

PhD Day 2025. Il discorso integrare del Rettore John Mc Court

Consegnati i diplomi e avviato il nuovo ciclo
2025-11-24T14:59:00+01:00

Macerata, 24 novembre 2025 | PhD Day - L’Università di Macerata ha consegnato questa mattina i diplomi a circa quaranta nuovi dottori di ricerca provenienti dai corsi in Diritto e innovazione, Formazione, patrimonio culturale e territori, Global studies – Justice, rights, politics, Quantitative methods for policy evaluation, e Umanesimo e tecnologie. La giornata ha segnato anche l’avvio del nuovo ciclo dei corsi, che comprende anche il dottorato di interesse nazionale in Teaching and learning sciences.

Nel suo intervento, il rettore John Mc Court ha richiamato il ruolo strategico della Scuola di dottorato come motore della vita scientifica dell’Ateneo, definendola “un presidio prezioso, un luogo di confronto interdisciplinare, di apertura internazionale, di dialogo tra generazioni di studiosi”

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INTERVENTO DEL RETTORE JOHN MC COURT

Care dottorande e cari dottorandi,
care neo dottoresse e cari neo dottori,

oggi celebriamo due momenti importanti del percorso della ricerca: chi inizia un cammino e chi lo porta a compimento.
Sono due istanti diversi, ma uniti dallo stesso filo: la scelta di dedicare una parte della propria vita allo studio, alla ricerca, alla complessità, alla conoscenza.
Ed è una scelta che merita grande rispetto.

Ai nuovi dottorandi voglio dire prima di tutto questo: state entrando in un cammino unico.
Un dottorato non è soltanto un ciclo di studio avanzato: è un modo di abitare il mondo. Significa vivere nella curiosità, nella disciplina, nell’incertezza creativa che accompagna sempre la ricerca.
Richiede determinazione, autonomia, spirito critico, capacità di affrontare l’ignoto, e quella tenacia tranquilla che permette di continuare anche quando il risultato sembra lontano.

E non sarà un percorso lineare. Ci saranno momenti di stallo, di fatica, di dubbi.
È normale: fa parte della vita della ricerca.

Per questo vi dico: fate comunità fra di voi. Nessuno attraversa un dottorato da solo. Aiutatevi, confrontatevi, ascoltatevi.
Le idee più fertili, spesso, nascono nelle conversazioni informali, dagli scambi davanti a un caffè o a una birra, nelle difficoltà condivise, nel sostegno reciproco.

Non abbiate paura dei dubbi.
Come scrive Brecht nel suo Vita di Galileo (1946):
“Non credo che la pratica della scienza possa andar disgiunta dal coraggio. Essa tratta il sapere, che è un prodotto del dubbio.”

Non abbiate paura degli errori. Non abbiate paura di rischiare.
Gli errori non sono fallimenti: sono aperture, varchi, occasioni di ripensamento.
Lo sapeva bene James Joyce, che ha passato la vita a cercare il nuovo:
“Errors are the portals of discovery.”
Gli errori sono porte d’accesso alla scoperta.

Non abbiate paura degli ostacoli.
Quando vi troverete davanti a una difficoltà, un freno — e succederà — ricordate le parole attribuite a Brecht:
«Quando ci si trova davanti un ostacolo, la linea più breve tra due punti può essere una linea curva.»
La ricerca è così: non procede sempre per rette. A volte occorre deviare, tornare indietro, inventare un percorso diverso.

Non abbiate paura del già detto.
Non lasciatevi imbrigliare da ciò che è già stato pensato.
Abbiate invece il coraggio — una volta immersi davvero nella letteratura della vostra disciplina e del vostro argomento — di sfidare le letture date per scontate, di interrogare l’“accepted wisdom”, di aprire spazi nuovi laddove altri hanno visto solo muri.

José Saramago ci ricorda una verità che riguarda profondamente chi fa ricerca:
“L’enorme carico di tradizioni, abitudini e costumi che occupa la maggior parte del nostro cervello zavorra impietosamente le idee più brillanti e innovative.”
È un invito a liberarci dai condizionamenti: la tradizione è utile solo se non diventa una costrizione.

UniMC tiene profondamente alle sue dottorande e ai suoi dottorandi.
La nostra Scuola di Dottorato è un presidio prezioso della vita scientifica dell’Ateneo: un luogo di confronto interdisciplinare, di apertura internazionale, di dialogo tra generazioni di studiosi.
Ed è un luogo che vogliamo rafforzare sempre di più.

Avrete la possibilità di fare un lungo soggiorno — o due — all’estero: sarà un’occasione fondamentale.
Perché la ricerca non si può chiudere dentro le mura di una città o dentro i confini nazionali.
La ricerca non porta il passaporto.

Permettetemi ora una riflessione più ampia.
Viviamo in un momento in cui il sistema Paese deve decidere con coraggio come sostenere e sviluppare i percorsi di dottorato, come valorizzare il capitale umano più avanzato, come riconoscere davvero il valore della specializzazione.

Perché c’è un dato che non possiamo ignorare: in Italia il dottorato non è ancora riconosciuto per ciò che vale.
In molti settori del mondo del lavoro, sia pubblico sia privato, — non tutti, ma molti — il dottorato non riceve l’attenzione, il rispetto, la valorizzazione che meriterebbe.
E questo ci distingue negativamente da altri Paesi in cui un dottore o una dottoressa di ricerca è percepito come un elemento strategico per l’innovazione, per la crescita delle imprese, per il benessere collettivo.

È un’idea che deve rafforzarsi anche nel nostro Paese.

Perché il dottorato significa metodo, disciplina, capacità analitica, immaginazione, gestione della complessità.
E questo è il punto che vorrei sottolineare: oggi siete persone che sanno affrontare la complessità, che la riconoscono, che la sanno maneggiare.
E questo è un valore enorme, forse il valore più grande in un mondo che tende a semplificare tutto, a ridurre tutto a slogan.

A voi, neo-dottori e neo-dottoresse, che oggi ricevete la pergamena, desidero esprimere la mia più sincera ammirazione.
Portate con voi non solo competenze, ma un metodo.
Non solo conoscenze, ma un modo di pensarle.
Ed è questa la cosa più preziosa che un percorso di ricerca possa lasciare.

Ed è un dono che restituirete alla società in qualunque strada sceglierete:
nell’università, nella scuola, nelle imprese, nelle istituzioni, nelle professioni, nella cultura, nel terzo settore.
Ovunque andiate, il vostro pensiero critico sarà un bene pubblico.

Vi auguro un cammino sempre pieno di curiosità, di scoperta, di fiducia e di coraggio.
E vi ringrazio per ciò che siete e per ciò che state per diventare.

Buon lavoro ai nuovi dottorandi, e congratulazioni ai nuovi dottori. 

Ultimo aggiornamento  2025/11/24 15:14:41 GMT+1

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