Presentazione del/della consigliere/a di fiducia: ruolo, funzioni e utilità
Quella del/la Consigliere/a di fiducia (di seguito, Cdf) è una figura ancora sconosciuta a molti, è quindi importante spiegarne la natura ed in che modo essa può portare molteplici benefici e utilità all’interno di un’organizzazione come quella di un Ateneo universitario nell’ambito del quale la stessa può aiutare a costruire una cultura del rispetto.
Chi è la nuova consigliera di fiducia UniMc?
La nuova Cdf dell’ Università di Macerata è Maria Elena Casarano, avvocata del foro di Bari, la quale esercita la professione (prevalentemente in ambito civilistico) da 25 anni con una competenza specialistica in Diritto delle Persone e Relazioni Familiari (Scuola di Alta formazione Ondif-2017/19), Tutela dei Diritti umani (Short Master UniBa A.A.2022/23) e sulle materie di competenza del Consigliere di Fiducia (Corso O.N.D.i.F. 2021). Nel corso degli anni ha inoltre acquisito una serie di competenze trasversali - strettamente connesse all’ambito psicosociale, relazionale e della comunicazione- finalizzate alla risoluzione alternativa dei conflitti (AdR); tra le più rilevanti si segnala: la Mediazione dei conflitti secondo il modello mediterraneo (Coop. C.R.I.S.I 2005), la Negoziazione assistita anche attraverso la Pratica Collaborativa (IICL 2012) e la Comunicazione non violenta (secondo il modello di M. Rosenberg), curando in modo costante l’aggiornamento e la formazione anche attraverso gruppi di allenamento periodici.
In parallelo all’attività forense, l’avv.ta Casarano ha altresi maturato una esperienza pluriennale quale:
- consulente e redattrice su diverse testate giornalistiche e riviste on line (La Legge per Tutti, La voce del diritto, Persona&Danno, L’Osservatorio sul Diritto di Famiglia) sulle materie del diritti di persone e relazioni familiari e quelli del lavoro e della previdenza sociale, avendo al suo attivo oltre 400 articoli e alcune centinaia di consulenze su dette tematiche;
- ha svolto servizio, nel biennio 2022/2024, presso lo sportello di ascolto delle vittime di reato istituito presso l’Ordine degli avvocati di Bari su un progetto della regione Puglia – ed è componente della commissione Persone e famiglia dell’Ordine Avv. Bari;
- attualmente ricopre il ruolo di Consigliera di Fiducia anche presso i tre Atenei Universitari di Macerata, della Basilicata e del Salento.
Quando nasce il Cdf?
In realtà, il Cdf nasce già nel 1994 quando, il Parlamento europeo, nell’ambito di una propria risoluzione invitava gli Stati membri a dotarsi all’interno delle proprie imprese di questa figura con lo scopo di prevenire e contrastare le molestie (che inizialmente erano intese solo come sessuali) ma che nel tempo sono state estese ad un ampio raggio di altre molestie che ricomprende le discriminazioni (dirette e indirette) e il mobbing, inteso come comportamento vessatorio ripetuto nel tempo diretto alla emarginazione del lavoratore.
Poche sono state, in quegli anni le organizzazioni che hanno deciso di dotarsi di questa figura ma, nel corso del tempo, il loro numero è sempre più aumentato al crescere della consapevolezza che un ambiente di lavoro basato sul rispetto delle persone che operano al suo interno non può che portare benefici all’organizzazione stessa.
Non esiste tuttavia una legge che disciplina caratteristiche e requisiti del Cdf, sicché questi sono regolamentati dalla singola organizzazione che decide di dotarsi di questa figura di garanzia.
Presso l’Università di Macerata, la figura della Consigliera di fiducia è disciplinata dal Regolamento per l’istituzione e la disciplina delle attività del/la Consigliere/a di fiducia (emanato con d.r. 664 del 20 dicembre 2022).
Quali sono le competenze richieste alla Consigliera di fiducia?
La consigliera di fiducia è una figura terza e imparziale, esterna all’Ateneo, iscritta all’albo degli avvocati o degli psicologi o con un master (o corso di alta formazione post laurea) sulle materie di competenza del Consigliere di Fiducia e con acquisite capacità relazionali e conciliative, nonché capacità di problem solving.
La Consigliera ha il compito di fornire assistenza e consulenza alle vittime di molestie, discriminazioni o comportamenti inappropriati all’interno dell’università con l’intento di garantire un ambiente di studio e lavoro sicuro, rispettoso e inclusivo. Collabora con il Comitato Unico di Garanzia per promuovere la prevenzione e la consapevolezza riguardo a queste problematiche. Può aiutare le persone coinvolte a meglio comprendere i loro diritti, a segnalare gli episodi e a trovare soluzioni adeguate.
Chi può rivolgersi alla Cdf?
Alla Cdf possono rivolgersi tutti coloro i quali operano, a qualsiasi titolo, all’interno dell’Università , quando stiano vivendo un disagio lavorativo perché destinatari diretti (o testimoni) di molestie o vessazioni. La richiesta può quindi provenire sia da docenti che da componenti del personale amministrativo, o da studenti, ricercatori o dottorandi e da chiunque operi, a qualsiasi titolo all’interno dell’università anche per un periodo limitato.
Quali sono, nello specifico le vessazioni che possono essere segnalate alla Consigliera?
Ci si può rivolgere alla consigliera in presenza di qualsiasi genere di disagio lavorativo, anche semplicemente percepito come tale e non documentato o non documentabile. Non è infatti chi si rivolge alla Consigliera a dover attribuire un nome alla vessazione subita.
Come rivolgersi alla Consigliera?
Per richiedere un colloquio alla Consigliera è sufficiente:
- scrivere una mail agli indirizzi: cdf@unimc.it oppure mariaelena.casarano@unimc.it
Nella mail sarà sufficiente indicare il proprio nominativo e ruolo rivestito nell’ambito dell’Università (senza specificare i motivi del contatto).
La mail sarà riscontrata in tempi brevi (al massimo 2 giorni lavorativi) e verranno concordati insieme giorno e ora di un appuntamento da remoto o in presenza secondo gli impegni reciproci ed in modo da poter riservare uno spazio di tempo adeguato di dialogo.
Quali sono i compiti della Consigliera?
1) fornire ascolto e informativa sulla natura delle condotte lamentate e i possibili strumenti di intervento, in un colloquio strettamente confidenziale;
2) oppure avviare, su richiesta dell’interessato, una procedura c.d. "informale" nell’ambito della quale la Cdp potrà:
- acquisire documenti, interfacciarsi col presunto autore delle vessazioni, proporre un confronto con la vittima, suggerire soluzioni ai fini della miglior definizione del caso, sempre però rimanendo nell’ambito della relazione tra i soggetti strettamente coinvolti.
Quali sono gli altri compiti della Consigliera?
Oltre che essere attiva in questo sportello di ascolto, la Cdf collabora attivamente con il CUG, Comitato unico di Garanzia dell’Università, al fine di far emergere e contrastare situazioni sommerse di molestie e discriminazioni attraverso una attività di sensibilizzazione, informazione e formazione di tutti coloro che operano nell’ambito dell’Ateneo così aiutando a costruire una cultura di benessere, rispetto e pari opportunità tra uomini e donne.
A chi vengono trasmesse le informazioni fornite alla Consigliera?
I dati sensibili forniti dalla parte rimarranno riservati, mentre sarà oggetto di segnalazione al CUG la tipologia di problematica ove questa rappresenti una situazione "a rischio" che merita di essere attenzionata anche attraverso iniziative di tipo collettivo.
La consigliera dovrà inoltre presentare una relazione annuale (al Cug, al Rettore e al Direttore Generale) indicando la tipologia dei casi trattati e gli esiti degli stessi (senza alcun riferimento alle parti coinvolte).
Cosa fare se si riceve una convocazione da parte della Consigliera di Fiducia?
E’ sempre bene dare immediato riscontro all’invito della Consigliera e fornire tutti i chiarimenti richiesti per facilitare la risoluzione pacifica dei casi ed evitarne l’aggravamento.
La Consigliera infatti ha poteri propositivi ma è un organo privo di poteri disciplinari o decisionali; il suo compito è proprio quello di fare da filtro e prevenire iniziative più gravi che la presunta vittima potrebbe decide di intraprendere.
L’invito è quindi a rivolgersi all’ufficio della Consigliera dal primo verificarsi di eventi molesti in modo da evitare l’incancrenirsi di situazioni spiacevoli che potrebbero sfociare in procedimenti disciplinari o richiedere l’intervento di autorità esterne all’Ateneo.
Perché la consigliera di fiducia è importante per la parità di genere?
Perché copre tre aspetti strategici per la organizzazione in cui opera:
1) È una figura di garanzia: si tratta infatti di una consulente a tutela delle vittime e dell'Ateneo. Terza e indipendente, protegge i diritti di chi si rivolge a lei. Conosce il funzionamento dei fenomeni di molestia e i fondamenti del diritto anti-discriminatorio, garantendo fiducia e riservatezza. È una persona "in carne ed ossa" che tutela in prima istanza gli interessi della vittima e che agisce solo col consenso di quest'ultima.
2) È garante di un cambiamento culturale in quanto favorisce sia la diffusione di una cultura "a tolleranza zero" nei confronti dei fenomeni come molestie e discriminazione sia la creazione di un luogo di lavoro dove ci si può sentire a proprio agio, riducendo indirettamente fenomeni lesivi o tossici, come turnover, burnout, assenteismo e/o bassa produttività.
3) Favorisce le dinamiche di risoluzione dei conflitti: la Consigliera di Fiducia raccoglie informazioni sulle vessazioni lamentate ed interviene nel rispetto e nella riservatezza della vittima e dell’autore della molestia. Inoltre, permette all'organizzazione universitaria il monitoraggio della situazione attraverso l’analisi dei dati che fornisce annualmente agli organi di Ateneo sui casi trattati.