Scuole speciali, addio: perché lo abbiamo fatto
«Nel 1977 l'Italia ha abbandonato scuole speciali e classi differenziali, per una scuola inclusiva. Le ragioni di quella scelta valgono anche oggi. Con un'attenzione: "Nell'inclusione non c'è una ricetta buona per tutti i contesti: quello è solo il primo step, l'inserimento". In dialogo con Catia Giaconi, presidente della Società italiana di pedagogia speciale»
Su VITA, rivista di innovazione sociale, Catia Giaconi, presidente della SipeS, prorettrice vicaria di UniMc, docente di didattica e pedagogia speciale al Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, fa il punto sul percorso che ha portato l'Italia ad abolire le scuole speciali e le classi differenziali realizzate negli anni Sessanta per accogliere alunni con disabilità fisiche, mentali o di apprendimento e socializzazione.
«Il primo motivo è dare attuazione all’articolo 3 della Costituzione, che dice tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali di fronte alla legge».