Dal dottorato alla Banca Centrale Europea
Cristina Farroni è al terzo anno del Dottorato in Umanesimo e Tecnologie del XXXV ciclo dell’Università di Macerata. Da alcuni mesi ha vinto e sta svolgendo uno stage alla Banca centrale europea a Francoforte.
Il suo progetto di ricerca, inserito nell’ambito dei dottorati innovativi e cofinanziato dalla Regione Marche e da fondi europei, mira ad analizzare come viene gestito il processo traduttivo in ambito aziendale e, più nello specifico, nelle imprese locali, così da individuare i punti di forza e di debolezza nell’attuale gestione e di formulare proposte di miglioramento. Tutor della dottoranda sono i docenti Antonella Nardi, lingua e traduzione tedesca, e Attilio Mucelli, economia aziendale.
Dottoressa, quale pensa sia il fattore, acquisito durante il suo percorso di studi, che l’ha motivata ad intraprendere la strada verso la BCE di Francoforte?
“Il percorso di dottorato mi ha consentito di esplorare i filoni di ricerca più recenti e innovativi in ambito linguistico e di approfondire tecnologie traduttive che giocano oggi un ruolo decisivo nell’industria linguistica. Tra queste vi sono i sistemi di gestione della terminologia multilingue, la traduzione automatica e gli strumenti della linguistica computazionale. Queste tecnologie vengono oggi impiegate in numerose istituzioni europee. Tra queste vi è la Bce, all’interno della quale operano non solo numerosi traduttori, ma anche esperti in tecnologie linguistiche. La candidatura per un tirocinio al dipartimento di servizi linguistici della Banca è dunque strettamente legata alle competenze acquisite durante il mio percorso di studi e al forte interesse che nutro da sempre per le tecnologie linguistiche”.
Qual è il suo ruolo all’interno della Bce? Come si trova ad affrontare questa esperienza?
“Sono tirocinante nell’unità di tecnologie linguistiche e innovazione, un ruolo che mi consente di perfezionare la mia formazione prendendo parte a training e di acquisire esperienza diretta sul campo. Mi ritengo onorata di poter contribuire, nel mio piccolo, da un punto di vista tecnologico alla promozione del multilinguismo, uno dei principi fondanti dell’Unione Europea. Tutti i cittadini europei hanno diritto a poter consultare una serie di documenti prodotti dalla Bce e dalle altre istituzioni nella loro lingua madre. Ne derivano maggiore trasparenza e accessibilità che a loro volta contribuiscono ad aumentare la partecipazione dei cittadini. Questo comporta numerose sfide in termini di volume di testi tradotti e combinazioni linguistiche. Le tecnologie rappresentano un importante alleato, ma richiedono anche competenze mirate. Per me questo significa imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, un aspetto di questa esperienza che trovo molto affascinante”.
Ci descriva una sua giornata tipica.
Non c’è un giorno uguale all’altro! Il tirocinio mi permette di esplorare e lavorare in diversi campi. Quindi è possibile che un giorno sia dedicato a testare nuove tecnologie, quello successivo all’estrazione ed elaborazione di termini da aggiungere al database terminologico multilingue della Bce e quello dopo ancora alla preparazione di dati per l’addestramento dei motori di traduzione neurale. Questa varietà di temi e incarichi è molto stimolante. A fine giornata ho poi l’occasione di trascorrere tempo con altri tirocinanti o di partecipare agli eventi organizzati dalla divisione.
Com’è Francoforte?
È una città molto interessante a livello architettonico. Camminando per le strade del centro è possibile ammirare le ricostruzioni delle tipiche case a graticcio tedesche e, a pochi passi, ritrovarsi di fronte ad alcuni dei grattacieli più alti d’Europa. È una città in cui convergono un’anima tedesca e una più cosmopolita. Chi è a caccia di tipicità locali, potrà ad esempio provare la salsa verde, preparata con sette tipi diversi di erbe aromatiche. Al contempo, qui si riuniscono persone da tutto il mondo e l’offerta culturale di teatri e musei è di respiro internazionale, ricca e variegata.
Ha un consiglio da dare a studenti e dottorandi?
Voglio dire loro di trarre il massimo dal percorso di studi presso la nostra università, perché la formazione che riceviamo è molto valida. Li invito anche a coltivare i loro interessi e a cogliere tutte le occasioni offerte sia dall’Ateneo che all’esterno come bandi di ricerca, tirocini, opportunità di lavoro. In particolare, i soggiorni all’estero sono una fonte di arricchimento unica perché ci consentono di confrontarci con pratiche accademiche e lavorative distanti dalle nostre e ci “costringono” a mettere in discussione le nostre abitudini e convinzioni.