Bauhaus, la mostra "La casa del futuro" diventa virtuale
Per i cento anni dal Bauhaus, movimento artistico e architettonico fondato dall’architetto Walter Gropius a Weimar nel 1919, il Dipartimento di Studi Umanistici, in collaborazione con il Liceo Artistico Guido Cantalamessa di Macerata, ha organizzato la mostra “La casa del futuro” a cura di Roberto Cresti, Loris Frenguelli ed Ermenegildo Pannocchia.
La mostra è anche una mostra didattica virtuale che racconta la vicenda del Bauhaus in Germania dal 1919 al 1933, in una successione di immagini e di passi di scritti dei tre direttori del Bauhaus, Walter Gropius, Mies van der Rohe e Hannws Meyer,
La mostra rappresenta un invito allo studio della storia e dell’arte del XX secolo e del secolo in corso. Il Bauhaus segna un decisivo punto di riforma dell’estetica e dell’arte contemporanee. I linguaggi delle prime Avanguardie storiche - Espressionismo, Cubismo, Futurismo e Astrattismo - trovano in esso una congiunzione coi problemi sociali posti dalle rivoluzioni industriali del Sette-Ottocento e si dimostrano non l’elaborazione di sofisticate minoranze, bensì una fonte di invenzioni formali capaci di corrispondere alle esigenze della società di massa dopo la prima guerra mondiale.
Il suo declino fu segnato dalla ascesa al potere del Nazismo, che ne impose la chiusura nel 1933. Il carattere cosmopolita del Bauhaus era, infatti, in contrasto col nazionalismo populista di dittature che usavano il culto della «tradizione» come fonte di legittimazione del loro potere”.