Biografia
Alberico Gentili
(Nato a San Ginesio-Macerata- il 14 gennaio 1552 e morto a Londra il 19 giugno 1608)
Vita
Compiuti gli studi di giurisprudenza a Perugia, fu per due anni pretore ad Ascoli. Nel 1575 venne chiamato a ricoprire la carica di avvocato della Municipalità di San Ginesio, dove, tra l'altro, ebbe l'incarico di rivedere lo Statuto cittadino. Nel 1578, sospettato di eresia, per sfuggire all'Inquisizione, prese la via dell'esilio. Alberico e Matteo, il padre, già transfuga per causa di religione, e ora costretto a lasciare l’incarico di protomedico in Carniola, furono raggiunti dal giovane Scipione. Quindi, mentre in patria andava avanti la condanna dei contumaci, con la cancellazione dei loro nomi dagli atti ufficiali e con la requisizione dei beni, i Gentili peregrinarono attraverso le Corti riformate dell'Impero, finché Scipione fu lasciato a completare i suoi studi in Germania e Alberico si diresse in Inghilterra, dove giunse il 1 agosto 1580, seguito a breve dal padre Matteo.
A Londra esisteva una forte comunità italiana, costituita da mercanti, finanzieri e letterati, con influenti connessioni presso gli ambienti di Corte. Alberico, intendendo mettere a frutto la sua preparazione nel diritto romano (civil law), fu introdotto presso molti influenti membri della potente gerarchia anglicana e soprattutto al Conte di Leicester, favorito della regina Elisabetta I e cancelliere dell'Università di Oxford. Ottenuta da quest'ultimo una lettera di presentazione, nel gennaio successivo iniziava le sue lezioni al St. John's College. Nel 1587 venne nominato Regius Professor of Civil Law presso la stessa Università. Nel 1605 diventava avvocato della Spagna presso la Corte dell'Ammiragliato di Londra e si trasferiva definitivamente in quella città, dove, alla sua morte, fu sepolto nella chiesa di St. Helen, Bishopsgate. Dal matrimonio con la nobildonna francese Esther de Peigny ebbe cinque figli.
Opere
Autore di numerose opere a stampa, (ventiquattro, oltre a due inediti), la fama di Gentili è legata soprattutto al suo contributo alla nascita del diritto internazionale moderno. Il suo esordio in quest'ambito fu il De Legationibus libri tres, un trattato di diritto diplomatico del 1585, scaturito dal parere dato al governo inglese sul caso di Bernardino de Mendoza, l'ambasciatore spagnolo coinvolto nelle trame cospiratorie ordite da Maria Stuart contro Elisabetta I d'Inghilterra. La sua opera maggiore è il De iure belli libri tres, pubblicata nel 1598, universalmente reputata un classico della letteratura internazionalistica. Soprattutto su di essa si basa la fama di Gentili padre fondatore della scienza moderna del diritto internazionale. Suggerita anch'essa da urgenti problemi di legittimità posti dalle guerre in atto, internazionali e civili, tra stati cattolici e stati riformati, rappresenta il frutto di un'estesa rielaborazione teorica delle tre Commentationes de iure belli del 1588-89. Nel De armis romanis libri duo del 1599 i principi del diritto di guerra enunciati nelle opere teoriche precedenti sono discussi invece in chiave storica, sotto forma di dibattito in rapporto al modello delle guerre imperiali di Roma. Infine, pubblicati postumi a cura del fratello Scipione, sono da ricordare i due libri della Advocatio Hispanica (1613), raccolta di pareri e difese su questioni di pirateria e di diritto marittimo che il Gentili aveva affrontato come avvocato presso la Corte dell'Ammiragliato.
L'insieme dell'opera gentiliana riflette anche competenze e interessi molto più ampi di quelli relativi al diritto internazionale: essi si estendono da questioni di diritto privato a questioni di ermeneutica giuridica (De iuris interpretibus dialogi sex, 1582); da questioni di etica sociale, come quella della legittimità del teatro, della stregoneria, del divorzio (Disputationum de Nuptiis libri VII, 1601) fino ad argomenti di diritto pubblico e di teoria politica (Regales disputationes tres, 1605).
Gentili giurista ideologo
Questa larga produzione riflette la partecipazione attiva ed influente del Gentili alla problematica politica e religiosa dell'Inghilterra di Elisabetta I Tudor e Giacomo I Stuart. Nel sostenere le ragioni del regime elisabettiano e del suo prudente moderatismo "politique", si trovò coinvolto in una polemica costante e aspra con la fazione dei teologi puritani dell'Università di Oxford e con il loro caratteristico massimalismo ideologico.
Da qui il suo pungente e perentorio monito Silete theologi in munere alieno!, monito che esprime in modo emblematico l'affermarsi della giurisprudenza come scienza politica per eccellenza, contro la tradizionale preminenza dei teologi. Per questo, nella più recente storiografia il Gentili è rappresentato, oltre che come giurista internazionalista, nel ruolo di "giurista ideologo" e di "intellettuale globale".
Gentili e il diritto internazionale
L'importanza storica e la fortuna dell'opera di Gentili restano comunque ancorate in modo preminente al ruolo giocato dal giurista italiano nel lungo processo che doveva portare all'affermarsi del diritto internazionale come disciplina giuridica autonoma. In questo senso il primo passo cruciale è dato dalla trattazione sistematica di materie che corrispondono manifestamente a partizioni tematiche del diritto internazionale moderno. Il carattere monografico di opere come il De Iure Belli, il De Legationibus e l'Advocatio Hispanica, che concernono il diritto di guerra, il diritto diplomatico e il diritto del mare, dimostrano sia l'intento sistematico che la prima presa di coscienza della specificità della materia "internazionalistica".
Se la trattazione gentiliana è caratteristicamente sistematica, lo è tuttavia in senso debole, in contrasto con il senso forte, di impronta razionalistica, di Grozio e degli altri scrittori della scuola moderna di diritto naturale, che argomentano more geometrico per deduzione da principi primi. Esempi storici e opinioni dotte costituiscono invece la base su cui Gentili, con metodo largamente induttivo, costruisce i principi di diritto delle genti/diritto di natura, il consenso fungendo da principio di legittimazione. Questo stile di pensiero è interpretato con spirito fortemente realistico, da cui discende una classificazione delle giuste cause di guerra che non ammette una divergenza troppo ampia tra ciò che è giusto e ciò che è conforme alla migliore prassi degli stati. Ne discende anche la tesi famosa del Bellum iuste geri utrinque, ossia la tesi della giustizia bilaterale della guerra.
Oltre all'elemento "sistematico", il secondo elemento cruciale su cui si fonda l'apporto di Gentili alla genesi del diritto internazionale moderno è il carattere "giuridico" impresso ai principi normativi da applicare alle relazioni fra gli Stati. In altri termini egli ha posto il fondamento del diritto internazionale come qualcosa di distinto dalla teologia da un lato e dalla moralità dall'altro. Dato questo che non era affatto scontato all'epoca del Gentili.
Gentili e la cultura politica
Vista sotto il profilo dei suoi contenuti ideologici, l'opera di Alberico Gentili costituisce la più alta espressione della giurisprudenza umanistica europea, in quanto riflette temi e assunti caratteristici della cultura politica umanistica, da Machiavelli alle tendenze neoscettiche del tardo Cinquecento. Ne è conferma la sua visione realistica e conflittuale delle relazioni internazionali, in cui le ragioni della sicurezza e della potenza degli Stati, secondo formulazioni ispirate alla teorica della "ragion di Stato", sono riconosciute come legittime.
Al di là del suo ruolo fondamentale nella formazione del diritto internazionale e della teoria politica moderna, il significato più profondo e permanente dell'opera di Alberico Gentili deve essere individuato nel rifiuto del fondamentalismo ideologico, nell'apertura al pluralismo culturale e nell'accettazione del pragmatismo politico.
Ms 609 f 76v Ms 612 f 195v
Oxford, Bodleian Library Mss D'Orville