Donatella PAGLIACCI, L'io nella distanza. Essere in relazione, oltre la prossimità
Il termine distanza può essere immediatamente colto nella sua accezione topografica, nel senso di un intervallo tra un oggetto e un altro; rinvia ed evoca qualcosa di lontano, una realtà o una meta verso la quale tendere; ancora, può essere assunto in modo negativo per sottolineare la volontà di mantenersi separati da una persona o un oggetto che percepiamo come pericoloso o anche semplicemente contrario al nostro bene.
Grazie all’apertura e alla disponibilità che si rivelano per mezzo dell’approfondimento del significato della distanza, è possibile disegnare uno spazio di comprensione di sé nel quale l’io si interroga sulla propria origine e destinazione, ma anche sul proprio sentire interiore ove coesistono tensioni irriducibili.
Un momento rilevante è costituito dalla riflessione circa l’origine dell’essere umano, che viene esplorata in duplice senso: risalendo ai racconti della tradizione religiosa ebraico-cristiana e confrontandosi con l’esperienza originaria del venire alla luce. La dimensione iniziale rimanda anche all’umana esperienza della custodia e della generazione, attraverso la quale sperimentiamo il momento salutare e benefico del distacco dall’altro, come condizione di possibilità del nostro stesso venire al mondo e di sperimentare il carattere dell’apertura ad esso.
L’identità del nostro essere è segnata da una differenza e distanza con noi stessi, benefica e salutare, poiché consente di cogliere e comprendere il nostro essere più proprio nel divenire delle esperienze e della varietà di relazioni che intraprendiamo nel corso della nostra storia.
Fragili e incapaci di sostenere, sempre e comunque, la tensione del desiderio viviamo il nostro essere corporeo in modo equivoco. L’unitarietà dell’essere umano si apre come un ulteriore campo di indagine che consente di mettere a fuoco il nostro rapporto con le ferite che il dolore infligge all’io rendendolo fragile, sofferente e pertanto bisognoso di cura, accoglienza, riconoscimento.
Nell’essere accanto, presso la sofferenza dell’altro ciò che conta è la possibilità di rimettere la dignità dell’altro al centro di ogni gesto e di ogni parola. Per fare questo occorre stabilire una calda e tenera distanza che non è un pietoso approssimarsi all’altro, ma una modalità competente, nella quale si esprime una reale capacità di incontro e di soccorso delle necessità dell’altro, che viene avvicinato sempre nel segno della fiducia e del rispetto.
Il momento più tragico, che è anche la sfida più inquietante è rappresentato dall’ultima distanza: quella della fine. La morte, infatti, può rappresentare la disfatta totale, la sconfitta della fiducia nella vita e la liquidazione di ogni speranza. L’altro così accompagna il nostro vivere trasfigurato dalla sua assenza presente e, mediante la memoria del suo esserci, sperimentiamo la possibilità di vivere lo stesso scorrere incessante e frenetico di sempre altrimenti, in altro modo con altre sfumature di senso.
INDICE
PRESENTAZIONE
I. VISIONI DIFFERENTI E DISTANTI
1. Due storie
2. La distanza di Eco: la prova di Narciso
3. Vicinanza e lontananza
II. APERTURA INTERIORE ED ESTERIORE
1. Apertura al mondo e capacità di distanziarsi
2. Nel segno dell’apertura interiore
3. Il prossimo e l’estraneo
III. ALLEANZA E SIMMETRIE. LA DISTANZA DELL’INIZIO
1. L’errore e la distanza
2. Generati e generativi nella distanza
3. Lo sguardo intenzionale
IV. IDENTITÀ E TEMPORALITÀ
1. La memoria come custode della distanza temporale
2. Sciogliere i nodi: pentirsi
3. La promessa: tra passato e futuro
V. TROPPO LONTANI O TROPPO VICINI
1. Il pathos della distanza
2. Disumanità e disprezzo
3. Disgusto o indifferenza?
4. Troppo vicini per amarsi
VI. IL BENE DELLA PROSSIMITÀ NELLA DISTANZA: L’AMORE
1. I nomi dell’amore
2. Simmetrie del desiderio
3. La tenerezza asimmetrica
VII. LA DISTANZA DALLA FERITA
1. Dolore e sofferenza
2. La relazione che cura
3. Il medico: tra competenza e compassione
4. I volti dell’empatia
5. Una distanza di prossimità
VIII. LA DISTANZA DAL COLPEVOLE INNOCENTE
1. Colpa e coscienza della colpa
2. Ferite del ricordo: rimorso e rimpianto
3. Dalla colpevolezza alla responsabilità
4. La giusta distanza
5. La traiettoria del perdono
IX. LA DISTANZA DELLA FINE
1. Alla morte che suona l’orologio
2. Mettere distanza dalla morte dell’altro
3. Memoria e amore del defunto
4. Timore, angoscia, disperazione
5. Attesa, consolazione, speranza
INDICE DEI NOMI