Alessandra LUCAIOLI, Ripensare l’abitare smart. Il contributo del paradigma della giustizia spaziale, Orthotes, Napoli 2020
Essere smart è divenuta oggi la parola d’ordine dominante nel dibattito circa quale configurazione i luoghi che abitiamo debbano assumere.
Il ricorso a questo concetto viene fatto sembrare come necessario: è urgente fronteggiare la crescita costante della popolazione, si dice, e conseguentemente, del livello di urbanizzazione; il considerevole impatto ambientale delle città; le dinamiche della globalizzazione, che espongono le realtà urbane alle opposte tendenze della crescita continua e del declino, e per tutto questo si vede nella tecnologia la soluzione. L’idea di smart city pare supportare una visione che demanda all’uso delle tecnologie in ogni campo la risoluzione dei problemi economici, ambientali e sociali della città. Eppure, alla comprovata popolarità e diffusione del concetto di smartness, che conserva una certa vaghezza di significato tra i suoi punti di forza, non corrisponde una riflessione altrettanto accurata e puntuale su che cosa implichi essere smart per una città e su quali siano i processi di giustizia o di ingiustizia che una smart city può produrre e riprodurre. Dal dibattito contemporaneo sulle città intelligenti è cioè assente una riflessione che focalizzi l’attenzione anche sull’idea di spazio e sulla dimensione di territorio che questo modello, come finora inteso, sottende senza ridurlo esclusivamente a mero spazio di flussi.
Per questa via, l’applicazione del paradigma della giustizia spaziale, che mette a tema come la spazialità sia una coordinata imprescindibile dell’essere umano, consente il rilievo delle pratiche e delle rappresentazioni spaziali che possono contribuire all’esclusione o all’inclusione, alla marginalizzazione o alla promozione dei soggetti, che possono veicolare la trasformazione delle strutture di potere e dei privilegi, confermare o legittimare processi e decisioni, individuando potenzialità, limiti e vincoli che possono essere processualmente mobilitati o inibiti e pervenendo così ad un abitare inteso alla fioritura dell’umano.
Indice
Introduzione
Prima parte - Il quadro teorico della giustizia spaziale
1. Pensare lo spazio per integrare i paradigmi di giustizia
2. Henry Lefebvre, lo spazio: non solo contesto
3. La prospettiva di Edward Soja
4. David Harvey: la relazionalità dello spazio
5. Geography matters: il contributo di Doreen Massey
Seconda parte - La giustizia spaziale in pratica: il dibattito sulle smart cities
1. Il concetto di smart city
2. Cucire una storia: la narrazione delle smart cities
3. I topoi della narrazione
4. La narrazione smart come esercizio di potere
5. Prospettive di giustizia spaziale per la città smart
Terza parte – Smart cities: una scommessa anche d’impresa
1. Costruire smart cities: il ruolo della mac (e quello di una studiosa di filosofia in azienda)
2. Caso studio I: la tavoletta elettronica
3. Caso studio II: il lampione intelligente
Conclusioni
Bibliografia