Premio "Letteratura NATURALISTICA" a Luigi ALICI
Il Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica “Parco Majella” per l’anno 2024, sezione saggistica, è stato conferito a Luigi Alici, per il libro Natura e persona nella crisi planetaria (Castelvecchi, Collana L’Arca, Roma 2023).
Gli altri vincitori sono stati: Lisa Ginzburg, Una piuma nascosta (Rizzoli), per la sezione narrativa, e Giuseppe Elio Ligotti, L’alga del tempo (Molesini Editore), per la sezione poesia.
Il premio, giunto alla XXVII edizione, è promosso dall’Associazione “Alle falde della Majella” di Abbateggio (Pescara), uno de “I borghi più belli d'Italia”, in collaborazione con l'Amministrazione comunale. Il concorso è dedicato alla letteratura naturalistico - ambientale, con l’intento di richiamare l’attenzione su opere capaci di promuovere un ritrovato equilibrio tra uomo e natura.
Il Premio si articola in tre sezioni: narrativa, saggistica, poesia. Fra tutte le opere presentate sono state selezionate per ogni sezione cinque opere finaliste, sottoposte a una Giuria tecnica (composta da docenti di lingua e letteratura italiana, scrittori, studiosi ed esperti del settore editoriale, membri di associazioni ambientaliste), integrata da una giuria popolare di lettori.
La cerimonia di premiazione ha avuto luogo ad Abbateggio il 20 luglio 2024, preceduta il 19 luglio da un incontro pubblico. con l’intervento degli autori delle opere finaliste, ai quali i giurati hanno rivolto domande e osservazioni, sollecitando un dibattito.
Come hanno rilevato Antonio Di Marco, Presidente del premio, e Marco Presutti, direttore artistico, il messaggio partito da Abbateggio, la casa del Premio, è un monito rivolto alla coscienza personale e alle istituzioni, perché maturino azioni di tutela e sostenibilità capaci di preservare il futuro della natura, delle città, dei borghi, dell’ecosistema umano.
Il libro vincitore, Natura e persona nella crisi planetaria intercetta il dibattito intorno all’antropocene, che rilancia una sfida nata nel cuore della modernità con l’avanzare di una postura antropocentrica. Rispetto a questa sfida, riproposta su basi diverse dalla crescita impetuosa della tecnoscienza, il paradigma antagonista del biocentrismo rifiuta al contrario ogni dualismo di soggetto e oggetto, invitando a guardare anche l’umano con gli occhi della natura, ma rischiando in questo modo di smarrire il senso e il valore della “differenza personale”. Una svolta in questo altalenante “tiro alla fune” può venire soltanto, secondo Luigi Alici, dallo sguardo relazionale della persona umana, capace di ripensare l’unità plurale del cosmo e accreditare un’articolazione unitaria e solidale delle differenze. Nella prospettiva di una “euristica della fragilità” possono dischiudersi autentici orizzonti di fraternità planetaria, che la coscienza personale riconosce e traduce nel primato della responsabilità e della cura.