Taylor, MODERNITA' al BIVIO
Modernità al bivio. L’eredità della ragione romantica è il titolo del volume realizzato per i novant’anni del filosofo canadese Charles Taylor e curato da Paolo Costa. La prima parte contiene tre saggi inediti: Poetiche romantiche esce qui in anteprima mondiale e costituisce il nucleo di un volume annunciato dall’autore già in The Language Animal; La spiritualità della vita e la sua ombra, secondo dei tre saggi, risale agli anni Novanta; il terzo, Forza e senso: le due dimensioni irriducibili delle scienze umane anch’esso mai tradotto prima in italiano, risale alla metà degli anni Settanta; chiude la prima parte un’intervista a Taylor realizzata da Paolo Costa il 29 marzo 2021, intitolata Un ponte teso tra vita attiva e vita contemplativa. Intervista a Charles Taylor. Nella seconda parte si avvicendano i contributi di alcuni tra i più noti studiosi dell’opera di Taylor, tra cui Arto Laitinen, Hartmut Rosa, Jocelyn Maclure, Michiel Meijer, James Smith, Rajeev Bhargava, Ruth Abbey, Ronald Beiner, Nicholas Smith, David McPherson, Nikolas Kompridis.
L’obiettivo complessivo del libro, finemente delineato da Paolo Costa nel suo saggio introduttivo Un romanticismo ragionevole. Il tesoro filosofico di Charles Taylor, è tornare sulle radici romantiche del pensiero di Taylor per sondarne la portata critica, non senza aver preliminarmente ricondotto l’eredità romantica nell’alveo di una modernità scomposta, che produce l’Illuminismo e insieme la sua critica. Chiedersi quale potenziale critico Taylor riconosca al romanticismo significa annotarne una doppia postura: «l’iperattivismo del gesto critico lascia intravedere il suo lato in ombra. La critica, in verità, non è solo autodeterminazione, ma è anche ricettività, pathos, tonalità emotiva» (p. 12). Su quest’inquietudine nella relazione con il mondo e con sé, su questa medietà dell’atteggiamento romantico Taylor innesta la sua idea di «valutazione forte», che mette fuori gioco ogni antropologia del distacco e del disincanto.
Nell’articolata ricostruzione che Taylor propone in Poetiche romantiche, in cui rilegge Goethe, Wordsworth, Hölderlin, Herder, Beethoven, il suo intento è riconoscere all’opera un tentativo di risonanza – per usare una categoria di Hartmut Rosa – con il mondo, con la natura, all’ascolto di trame invisibili e profonde che confermino la legittimità dello slancio esperienziale ed esistenziale all’insegna di una «riconnessione» fra interno ed esterno, sé e natura. Interrogandosi sulla sua scelta del termine «riconnessione», Taylor propone di rileggere i percorsi artistici degli autori romantici come altrettante «fenomenologie del reincanto» (p. 115). A suo avviso, oggi è in atto un analogo tentativo di riconnessione, che riguarda sia lo spazio che il tempo, tentativo a suo avviso riconducibile a una dimensione metabiologica. Specie in relazione alla temporalità, questo tentativo di riconnessione coincide a suo avviso con il fascino per l’origine che si ripropone ogniqualvolta ci si racconti: «noi umani ci comprendiamo sempre in termini biografici» (p. 124).
Nonostante il testo La spiritualità della vita e la sua ombra sia anteriore a Poetiche romantiche, esso sembra in certa misura seguire gli sviluppi e le distorsioni contemporanee di quell’esigenza di riconnessione tipica del romanticismo. Qui Taylor si sofferma su alcune forme di spiritualità odierne che classifica sulla base di due dimensioni: la prima «è una dimensione latitudinale» (p. 132) e va dalle fonti cristiane fino al paganesimo; l’altra è verticale e si muove entro la polarità fra trascendenza e centralità della vita. Quest’ultima polarità è cruciale ed è molto più articolata di quanto non ci si possa immaginare. Attraverso la ripresa di una categoria già presente in Radici dell’io, «l’affermazione della vita comune» (p. 134), Taylor evidenzia come la spiritualità che mette la vita al centro – ne è a suo avviso un esempio calzante il biocentrismo – da un lato dice di un’eclissi della trascendenza e dall’altro di un’insoddisfazione rispetto alla ragione strumentale. D’altro canto, esiste secondo Taylor un lato ancor più oscuro della spiritualità odierna, che prende la forma di una «rivolta contro la vita» (p. 136).
Nel breve saggio Forza e senso: le due dimensioni irriducibili delle scienze umane, risalente agli anni Settanta, Taylor si confronta con il libro di Ricoeur Dell’interpretazione. Saggio su Freud, rispetto al quale sceglie di soffermarsi sulla nota tesi della relazione fra piano energetico e piano ermeneutico, fra causalità e senso. Interrogandosi intorno all’epistemologia della psicanalisi sulla falsariga del testo ricoeuriano, Taylor sostiene con vigore l’inseparabilità di forza e senso, che giustifica a suo avviso l’inevitabilità del ricorso alle metafore in psicanalisi: «le forze psichiche non si lasciano definire in quanto tali, cioè indipendentemente dai loro effetti sul senso» (p. 152). Dopo un breve cenno all’interpretazione lacaniana di Freud, Taylor riprende la tensione polare fra energetica ed ermeneutica chiedendosi, in conclusione, se questa non possa rintracciarsi in tutte le scienze umane, cioè «in tutte le scienze del comportamento effettivo» (p. 156). Conclude la prima parte un’intervista di Paolo Costa a Taylor, in cui si alternano questioni d’attualità e interrogativi intorno alle categorie più note del pensiero di Taylor. Quanto al primo ambito, il dialogo è incentrato in particolare sul senso e le modalità di un impegno politico al servizio della dignità umana, sull’intelligenza artificiale, sull’oscillazione fra populismo e tecnocrazia, sulle conseguenze della pandemia. Quanto al secondo ambito, al centro della discussione sono le valutazioni forti, la cornice immanente, l’età secolare, il dibattito tra liberals e communitarians.
Fra i contributi che compongono la seconda parte, tutti di primario interesse e notevole rilievo scientifico, quello di Arto Laitinen sostiene che una delle convergenze fondamentali fra Hegel e Taylor è l’opzione in favore del senso. Hartmut Rosa riconduce Taylor nell’alveo della teoria critica, riconoscendogli un metodo dialogico “alla ricerca della spiegazione migliore”. Maclure riprende lo scetticismo di Taylor nei confronti della cosiddetta Intelligenza Artificiale forte, che si pone a suo avviso in continuità con la sua presa di distanza dal naturalismo biologico. Michiel Meijer analizza il realismo morale di Taylor e il suo rapporto con il concetto di articolazione, mentre James Smith propone una lettura del desiderio di pienezza nell’ambito della cornice immanente e delle visioni prettamente secolari della vita umana. Sul rapporto fra religione e secolarità torna Rajeev Bhargava in un’ottica interculturale. Ruth Abbey riprende il dibattito fra liberali e comunitari, misurando le distanze che separano Rawls e Taylor. Ronald Beiner rilegge uno scritto di Taylor su democrazia ed esclusione, insistendo sul tema della solidarietà civica e della speranza, tema che è al centro del saggio di Nicholas Smith. Concludono il volume un intervento di MacPherson che ripercorre la ricerca spirituale di Taylor e un contributo di Kompridis che ritorna sull’immagine di Taylor come «inguaribile romantico tardo settecentesco», cosè come si è definito lo stesso autore.
INDICE
P. Costa, Un romanticismo ragionevole
C. Taylor, Modernità al bivio
Poetiche romantiche
La spiritualità della vita e la sua ombra
Forza e senso: le due dimensioni irriducibili delle scienze umane
Un ponte teso fra vita attiva e vita contemplativa. Intervista a Charles Taylor
Contributi
A. Laitinen, Il proprio tempo appreso con il pensiero: Hegel e Taylor a confronto
H. Rosa, Alla ricerca della "spiegazione migliore": Charles Taylor intellettuale pubblico e teorico critico
J. Maclure, Scetticismo sull'Intelligenza Artificiale forte
M. Meijer, Sulla forma del realismo morale tayloriano
J. Smith, L'eternità dei loro cuori? La letteratura "secolare" e l'anelito alla pienezza
R. Bhargawa, Pre-religione, post-religione e post-secolarità
R. Abbey, Taylor, Rawls e il dibattito nato storto tra liberali e comunitari
R. Beiner, Rimediare all'esclusione democratica: a che punto siamo?
N. Smith, Speranza e democrazia
D. MacPherson, Il filosofo che cerca e dimora: la ricerca spirituale di Charles Taylor
N. Kompridis, Solo un "inguaribile romantico tardo settecentesco"?
Indice dei nomi
Gli autori
IL LIBRO: Ch. Taylor, Modernità al bivio. L’eredità della ragione romantica. Tre testi inediti e una conversazione, a cura di P. Costa, Marietti 1820, Torino 2021, pp. 268.
Silvia PIEROSARA