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NAVARRO, Wabi sabi: scoprire nell'IMPERFEZIONE la BELLEZZA delle cose

Tomas Navarro è uno psicologo e autore spagnolo, che persegue l’intento di diffondere una maggiore consapevolezza riguardo il benessere emotivo. Il suo interesse verso le persone lo spinge nel 2018 alla scrittura di “Kistukuroi: l’arte giapponese del curare le ferite dell’anima” primo libro di una collana di tre volumi, di cui il terzo ancora in lavorazione. Nello stesso anno, si dedica alla scrittura del secondo capitolo della trilogia, “Wabi sabi: scoprire nell’imperfezione la bellezza delle cose”. Come suggeriscono gli stessi titoli, Navarro, profondo estimatore della cultura e della filosofia giapponese, legge le persone con le lenti del pensiero nipponico, al quale affianca le sue conoscenze mediche. Se nel primo libro propone un parallelismo tra la pratica del Kintsugi -antica arte del restauro di ceramiche, con l’utilizzo di una polvere d’oro- e l’abilità dell’uomo di riparare le ferite dell’anima impreziosendole; in questo secondo volume suggerisce invece, un percorso serio ed impegnativo, da seguire per giungere ad una profonda e sincera comunione con la vita.

Nel testo vengono impiegati i principali precetti estetici giapponesi, al fine di aiutarci a comprendere meglio noi stessi e la natura nella quale siamo immersi. Questo perché nella filosofia zen, l’esperienza estetica è incarnata nell’esistenza ed è quindi dotata di un’impressionante concretezza. Infatti, il “wabi sabi” descrive il piacere provato nel contemplare qualcosa che porta con sé i segni del tempo, senza nasconderli. Il filosofo Kitarō Nishida descrive questo sentimento come la semplice essenzialità di qualcosa che invecchia, assumendo una bellezza del tutto nuova.

È in questa direzione, che Navarro esorta il lettore a cambiare il proprio atteggiamento verso la vita, riscoprendo la bellezza nella sua imperfezione. La realtà è mutevole ed imprevedibile e la nostra natura è quella di saperci adattare alle situazioni che si vengono a creare.

L’espressione colloquiale “apprezzare le piccole cose” assume in questo volume un peso totalmente diverso: secondo il modo di pensare Wabi Sabi, osservando attentamente il mondo che ci circonda, possiamo cogliere la bellezza dietro l’impermanenza delle cose. Questo atteggiamento di stupore e malinconia verso la caducità della materia, viene definito nel libro così come nell’estetica giapponese in generale “mono no aware” -il sentimento delle cose-. Pertanto, risulta fondamentale la maniera con la quale decidiamo di approcciarci alla nostra esistenza, maniera che Tomas Navarro identifica con la nozione di “atteggiamento”. Tale disposizione, che condiziona il nostro rapporto con gli altri e in primo luogo con noi stessi, è il modo in cui ci muoviamo nel mondo che stiamo osservando. C’è da chiedersi però, secondo quale criterio l’atteggiamento venga a delinearsi e che cosa sia in grado di condizionarlo. È qui che l’autore fa riferimento alla “motivazione” come radice stessa dell’azione umana. Essa può essere interna o esterna all’individuo: può nascere direttamente da noi oppure venirci suggerita -o imposta- dall’esterno. In questo secondo caso, quello in cui la motivazione ci viene imposta, non solo risulta meno efficace, ma secondo lo psicologo perseguirla stimolerebbe una risposta negativa da parte del nostro corpo, facendoci percepire ansia e tristezza.

Nel testo, emerge oltretutto un tema estremamente caro alla filosofia giapponese: la vita comunitaria. Questo tipo di prospettiva segna un punto di incontro con numerose altre correnti di pensiero. Dalla filosofia non-violenta di Mohāndās Gāndhī, passando per Raimon Panikkar, ma anche facendo ritorno al messaggio originario del cristianesimo: la relazione tra gli esseri viventi costituisce un presupposto fondamentale ai fini della comprensione della vita. Nel concreto, si delinea una critica all’utilitarismo moderno, che legge la natura nei termini di un potenziale guadagno, piuttosto che di un terreno sul quale coltivare la comunione con l’Altro. Infatti, sono numerosi gli episodi riportati dall’autore, nei quali suggerisce come grazie ad un’immersione attiva nella natura -ovvero ponendosi in sincero ascolto di essa- sia stato in grado di cogliere l’aspetto davvero wabi sabi della vita.

Il termine cardine dell’opera è “contestualizzare”. Solo contestualizzando siamo in grado di distinguere i bisogni dai desideri, i sogni dalle aspirazioni e trovare la nostra vera motivazione. È importante tenere a mente però, che la motivazione è soggetta all’imprevedibilità della vita e che quindi, così come in base al contesto possono variare i nostri bisogni, allo stesso modo anche la nostra motivazione può cambiare. Navarro riporta spesso l’attenzione su questa tendenza alla mutazione, ricordandoci come qualcosa che in passato rappresentava un bene per noi, nel presente o in futuro potrebbe non ricoprire la stessa funzione. L’uomo cambia, la motivazione vacilla, si trasforma, si perde e la si ritrova -forse- altrove; ciò che conta è non perdersi mai nell’illusione di una vita perfetta.

Con grande cura verso il lettore, l’autore intende ispirare ad assumere verso sé stessi un atteggiamento di benevolenza e comprensione, istruendolo tra l’altro su alcuni meccanismi della psicologia umana. L’intento di questo lavoro è, quindi, quello di insegnare a sapersi accettare nell’imperfezione, così da poter aderire pienamente ad una vita che, di fatti, non è perfetta.

Ognuna delle tre sezioni di cui è composta l’opera si apre con un racconto: ci viene presentata la quotidianità di Hitoshi, uomo anziano e saggio, che solo in tarda età è riuscito a realizzare una vita pienamente wabi sabi e suo nipote, Susumo. È interessante, infine, notare come proprio la crescita di Susumo, grazie agli insegnamenti del nonno, affianchi in parallelo quella del lettore, che insieme con il giovane assume su di sé questo nuovo atteggiamento nei confronti della vita stessa.

Federico TAVOLETTA

 

IL LIBRO

T. NAVARRO, Wabi sabi: scoprire nell’imperfezione la bellezza delle cose, Giunti Editore, Trento 2019

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