MIGLIORI, L'INTERIORITA' in PLATONE
Un omaggio al prof. Maurizio Migliori in occasione dei suoi 80 anni
Questo volume è l’omaggio grato e riconoscente che la Scuola di Macerata e Petite Plaisance offrono a Maurizio Migliori, ripubblicando un contributo da lui presentato al Convegno svoltosi a Como nel 2006 sul tema «Interiorità e anima. La psyché in Platone» (pubblicato in Interiorità e anima. La psyché in Platone, a cura di M. Migliori, L.M. Napolitano Valditara, A. Fermani, Vita e Pensiero, Milano 2007, pp. 123-164).
In queste pagine dense e coinvolgenti, l’Autore si pone una domanda centrale e radicale: c’è interiorità nei dialoghi di Platone? E risponde accompagnando il lettore a scoprire i tanti sensi in cui si dice interiorità; i tanti “sguardi” che il Filosofo riserva all’essere umano, all’anima e alla vita umana, considerata in ogni suo aspetto, anche quelli più intimi e ordinari, che la rendono appunto umana.
Un viaggio alle radici del nostro essere che ripropone, in tutta la sua bellezza, l’attualità del pensiero platonico.
Dall’introduzione al volume
Dicesi maestro chi non ha nessun interesse culturale quando è solo
(Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa)
Al nostro maestro
Con enorme piacere, riconoscenza e gratitudine, introduciamo queste pagine che Petite Plaisance, nella persona di Carmine Fiorillo, offre in omaggio al nostro maestro, Maurizio Migliori. Da Platone egli ha imparato che la filosofia va fatta insieme (Lettera VII, 341 c 5 - d 2) ed è questo insegnamento che il professore ci ha comunicato nella nostra Scuola, quella che lui stesso ha formato a partire dal 1991, anno del suo ingresso all’Università degli Studi di Macerata.
La citazione in esergo a questa introduzione è infatti non solo una delle frasi da lui più amate, ma anche quella che meglio rispecchia il suo operato: è stato ed è maestro perché ha sempre creduto nella pratica dell’insegnamento, nell’importanza di camminare insieme “passandosi il testimone”; è stato ed è maestro perché ha visto in noi, prima ancora che ce ne accorgessimo, orizzonti e potenzialità fino a quel momento ignote, credendoci prima e più di noi.
Naturalmente, ciascuna ha un cammino e una storia propria, ma tutte condividiamo l’esperienza di far parte di una scuola, provando a fare quel «mestiere impossibile e bellissimo» (come da sua definizione): lo storico della filosofia, lavoro che il Prof. Migliori ci ha insegnato con il gesto semplice dell’artigiano che costruisce senza imporsi e con l’umiltà, derivante dalla convinzione che prima di tutto viene il testo, a cui lo storico deve “semplicemente” dar voce, nel pieno rispetto della sua alterità.
In questo articolo, Maurizio Migliori si fa una domanda radicale e centrale, com’è nel suo stile: c’è interiorità nei dialoghi di Platone? La risposta a questa domanda è l’oggetto di questo ricchissimo contributo, in cui si colgono molti aspetti dell’insegnamento di Migliori e del suo modo di essere storico della filosofia.
Tra le tante cose che Migliori ci ha insegnato, infatti, una delle più significative è forse proprio l’importanza di farsi le giuste domande, nella storia della filosofia come nella vita. Uno storico della filosofia, ma anche qualsiasi essere umano che voglia davvero vivere da protagonista la sua vita, deve imparare a farsi domande, deve imparare a interrogarsi e accettare il rischio di cercare e trovare le risposte.
«Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta per un essere umano» (38 a 5-6), scrive Platone nell’Apologia di Socrate e questo è il «possesso per sempre», per dirla con Tucidide, che Maurizio Migliori ci ha affidato.
La Scuola di Macerata
Giada Capasso
Francesca Eustacchi
Arianna Fermani
Lucia Palpacelli
Federica Piangerelli