Home Libri / Approfondimenti CAMPANINI, Dire LAVORO. Una ricerca di SENSO

CAMPANINI, Dire LAVORO. Una ricerca di SENSO

 Il lavoro umano è uno dei temi fondamentali dell’opera di Giorgio Campanini. I contributi raccolti nel libro attestano la capitale importanza che vi assume il senso del lavoro sul piano teologico, antropologico ed etico.

L’autore osserva che i saggi attinenti al lavoro si possono ascrivere al settore della teologia morale costituito dalla teologia delle realtà terrene. Si tratta di una disciplina che consegue dignità epistemologica verso la metà del secolo scorso e rivela una certa contiguità con altre “teologie del genitivo”, riguardanti il laicato, la speranza, la politica etc. Fondamentale, in questo àmbito, è un volume di Gustave Thils, Théologie des réalités terrestres (Seuil, Paris 1947; ed. it.: Teologia delle realtà terrene, Paoline, Alba 1968). Pure in area francofona, il domenicano Marie-Domenique Chenu ha arrecato un importante contributo a tale disciplina, soprattutto con il libro Pour une théologie du travail (Seuil, Paris, 1955; Per una teologia del lavoro, Borla, Milano 1964). Al riguardo, in Italia vanno segnalati in particolare gli studi di mons. Giordano Frosini, a partire da Teologia delle realtà terrestri (Marietti, Genova 1971). 

Nel Novecento, il rinnovamento della teologia – propedeutico al Concilio Ecumenico Vaticano II – ha posto in rilievo l’attitudine creativa del lavoro dell’uomo (essere ad immagine di Dio) nonché il suo significato in ordine alla redenzione dell’uomo stesso e del creato. 

Nel volume, Gorgio Campanini si sofferma sulla risemantizzazione del lavoro operata dal pensiero di ispirazione cristiana e, in tempi più recenti, asseverata dai documenti della Dottrina Sociale della Chiesa, assiduamente compulsati dallo studioso. Tra l’altro, tale processo ha posto in luce la dignità del lavoro manuale, misconosciuta da tanta parte della filosofia antica. 

L’etica borghese, egemone nei secoli culminanti della Modernità, non ha prestato un’adeguata attenzione al senso profondo del lavoro umano, soffermandosi invece su altri aspetti inerenti ad esso, per lo più alla luce di una prospettiva eminentemente utilitaristica. Di converso, la cultura del Medioevo – in virtù della propria matrice cristiana –  aveva colto l’importanza del lavoro nel processo che conduce l’uomo a perfezionare il proprio essere, contribuendo così al bene comune, in vista della venuta del Regno di Dio.   

Il volume è articolato in due sezioni. La prima («La fondazione teologica», pp. 21-106) comprende saggi sull’etica cristiana dell’attività umana, il lavoro nella cultura occidentale, il rapporto dei giovani con il lavoro nonché l’impianto dottrinale della Laborem exercens.  La seconda sezione («Percorsi storici», pp. 107-170) propone degli scritti sulla “cultura del lavoro” nel cattolicesimo del primo Novecento, sul confronto tra cattolici e marxisti riguardo a questo tema e su un plausibile “nuovo ethos del lavoro”. Va pure segnalato il breve saggio «Amintore Fanfani e il dibattito sulle origini del capitalismo» (pp. 145-157). Lo studioso vi prende in esame il volume Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo, pubblicato dall’uomo politico toscano a Milano nel 1933, presso Vita & Pensiero. Se Max Weber sottolinea il ruolo assunto dall’etica del protestantesimo nella genesi del capitalismo, Amintore Fanfani ritiene che tale fenomeno risalga ad un’epoca anteriore alla Riforma. Prima di trovare la più significativa espressione nei paesi luterani e calvinisti, esso si va affermando nella cultura cattolica dell’“autunno del Medioevo”.

Da parte sua, Campanini rileva che, rispetto ad altre “realtà penultime” (quali il matrimonio, la famiglia, la politica), il lavoro ha suscitato minore attenzione da parte della teologia e della cultura di ispirazione cristiana. Eppure, il lavoro è una delle realtà terrene che più donne a penser allorché si rendono cogenti, quanto mai prima, le sfide poste all’uomo dall’intelligenza artificiale, dal degrado della biosfera e, soprattutto, da un mysterium iniquitatis che, ai nostri giorni, può avvalersi di strumenti di inusitata potenza per realizzare i propri disegni distruttivi.

 Alla luce di una considerazione complessiva, si può ritenere che il libro di Giorgio Campanini intenda ridestare nella comunità dei credenti la “memoria smarrita” del senso teologico del lavoro umano. 

IL LIBRO
Giorgio Campanini, Dire lavoro. Una ricerca di senso, ave, Roma 2021, pp. 184.


Nunzio BOMBACI 

inAteneo

InATENEO