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BERARDI, Disertate

Franco «Bifo» Berardi, filosofo e agitatore culturale, è tornato nelle librerie con Disertate (Timeo 2023). Sappiamo bene cosa significhi disertare; sappiamo anche che i disertori erano i nemici della patria; ma quando nella patria strisciano morbi di autoritarismo reazionario, quando le guerre divampano e la crisi climatica mostra crudelmente le sue ragioni, abbandonare il campo di battaglia per sforzarsi di vivere altrimenti è per Bifo la migliore delle scelte possibili. Un settantasettino che invita alla diserzione: curiosa piega della Storia, grottesco disinganno temporale, ma soprattutto lucida e acuta lettura del presente. È infatti la nostra storia recentissima che Disertate attraversa: le pieghe e piaghe sociologiche esplose assieme all’emergenza pandemica, la guerra in Ucraina, il preoccupante ed esponenziale aumento del numero di suicidi annuali nel corso degli ultimi quattro decenni, la cappa di depressione e panico che è calata sul nostro occidente; questi i temi e le trame concettuali maneggiate dal filosofo per tracciare il sottofondo storico ed esistenziale dal quale emerge la necessità della diserzione. Siamo convinti che il lettore, in modo quasi inevitabile, finirà per apporre un sottotitolo al titolo imperativo e programmatico del testo; questo suonerebbe a nostro avviso più o meno così: “Per una nuova estetica dell’esistenza”. Il perché è presto detto: se la diserzione è una reazione alla brutalità e al caos del nostro tempo, si diserta per esistere altrimenti, per esercitare altrimenti la nostra sensibilità. Affinché questo avvenga è necessario andare altrove rispetto a quel tessuto politico che è, per tradizione, lo spazio sociale in cui l’etica si manifesta. Una dimensione comune verrà intessuta altrove, attraverso una «sintonizzazione estetica», evocata dal filosofo nelle ultime pagine del volume; questa finirà lentamente per sostituirsi a quella «determinazione politica» cui più nessuno crede davvero nell’era del semio-capitale. È da un’inedita lettura della depressione che Bifo mutua alcuni “fondamenti” utili alla costituzione di questa «sintonizzazione estetica». Il filosofo parte da un presupposto: se fino ad un certo punto del XX secolo psicoanalisti e psicologi erano impegnati a curare le innumerevoli forme di nevrosi suscitate dai grandi dispositivi repressivi moderni, -Stato-Chiesa-Famiglia-, l’onnipresenza contemporanea della depressione sui lettini degli psicoanalisti molto ci dice della nostra epoca. Innanzitutto ci racconta che la liberalizzazione dei desideri non è stata che un abbaglio: la pervasività di modelli irraggiungibili, cui sottostanno i nostri investimenti desideranti, ha comportato la diffusione di ondate di inadeguatezza e di colpa, soprattutto tra i giovanissimi, che presto fraternizzano con queste passioni tristi in cui il depresso è solito sguazzare. Eppure secondo Bifo, se si spoglia la depressione dalle implicazioni colpevolizzanti e la si assume come una forma di conoscenza altra del e nel mondo, forse è proprio da lì che è possibile tracciare una linea di fuga. Potremmo giustamente chiederci cosa sia una depressione senza colpa, ma a questo punto lo abbiamo intuito: non è che diserzione, astensione volontaria dall’azione. Il depresso ha smesso di desiderare, ha già dunque messo in atto, e da subito, una strategia di evasione dal desiderio schizofrenizzato; è questo il primo e fondamentale passaggio per interrompere la fusione con la nostra società mortifera. In secondo luogo, il nostro depresso dovrà imparare ad evadere dalla colpa, ultimo ostacolo alla diserzione. Affinché la colpa scompaia ci si dovrà scrollare di dosso la rigida corazza identitaria in cui siamo avviluppati, poiché poche cose come la colpa possono dirsi proprie di un singolo, isolato individuo. Ma la diserzione è cosa comune, e sapere di non disertare in solitudine è, non solo quanto di meglio potremmo augurarci, ma è anche l’unico modo per pensarsi altrimenti e per essere felici, o almeno per provarci. È della felicità che Bifo vuole occuparsi in fondo; e la domanda sulla felicità attraversa con costanza questo testo, luminoso e terribile a un tempo. Ma dov’è che si insinua la felicità nell’orrore? In che modo essere felici in questo tempo sciagurato? La risposta la conosciamo: disertate e costruite altrove le vostre oasi di pace dalle quali guardare il disastro che divampa.

Ilaria MARIANI

 IL LIBRO

Franco Berardi "Bifo", Disertate, Timeo, Palermo 2023, pp. 260.

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