JACOPO STRADA - Dottorato in Umanesimo e tecnologie - XXXVI ciclo
C’è una coerenza fra la ricerca musicologica e quella filosofica indissolubile da secoli. Pitagora ritrovava nell’armonia il nucleo del suo pensiero; Leibniz asseriva che «la musica è una pratica occulta dell'aritmetica, dove l'anima non sa di calcolare»; Adorno riconosceva nel mondo musicale quelle formule sociologiche intrinseche al pensiero umano. In una riflessione che si colloca sul crinale fra la filosofia, l’estetica, la musica, la mediologia, si spiega il mio percorso di ricerca musicologico, frutto di un duplice e costante impegno dalla natura piuttosto personale.
Appena diplomato al Liceo Classico, mi sono iscritto all’Accademia di Formazione Professionale “Percentomusica” di Roma seguendo un corso di studi multistilistico triennale in chitarra. Questo primo approccio alla “musica di professione” mi ha permesso di confrontarmi con importanti musicisti della scena italiana e non solo. Ma dalla “musica di professione” alla “professione della musica” ho capito che c’era uno scarto che dovevo e avevo voglia di colmare. Proprio gli importanti personaggi che ho frequentato a Roma mi hanno dato forse il maggior consiglio: “Studia le cose scritte ché ad imparare a suonare e fare il musicista si fa sempre in tempo! Io ho girato il mondo e suonato con i Grandi ma non ci ho mai capito niente”. Non saprei dire se questa considerazione sia vera, ma allora l’argomentazione mi era parsa convincente. Giusto un mese dopo mi sono iscritto a Filosofia, per approfondire quella materia che già al Liceo mi sembrava dicesse molto – se non addirittura tutto – sulle cose del mondo che quei musicisti non sapevano ancora spiegarsi. Beh, è stato un bell’affare! Mi sono subito appassionato e ho portato avanti contemporaneamente i miei studi musicali e filosofici.
Mi sono laureato in triennale in Filosofia Morale con il prof. Luigi Alici che mi ha insegnato il rigore e l’attenzione come metodo, la precisione come valore e la gioia del poter pensare ad un pensiero collettivo, morale e politico allo stesso tempo. Con la laurea in Filosofia, ho completato anche il mio percorso triennale di studi musicali. Con i due diplomi nelle tasche ho inaugurato il mio percorso di Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche, avvicinandomi definitivamente alla musicologia e alle ricerche del prof. Vincenzo Caporaletti. La sua teoria musicologica è stata per me una rivelazione. Ho quindi conseguito la laurea magistrale con una tesi in Musicologia Transculturale intitolata “Ricognizione sulla teoria delle musiche audiotattili: il caso di Billie’s Bounce”. Per questo lavoro ho studiato e affrontato criticamente la Teoria delle Musiche Audiotattili di Caporaletti, offrendo altresì la trascrizione e l’analisi di tre diverse perfomance del “caso Billie’s Bounce”. È stato un lavoro di ricerca, di esame, di vera messa a frutto delle competenze musicali e filosofiche, elaborate in un’ottica non meramente interdisciplinare ma concretamente complanare, unitaria, omogenea, in grado di dare corpo, sostanza e metodo all’attività di Ricerca che oggi porto avanti.
Da allora - era il 2017 - ho perfezionato il mio curriculum musicale e approfondito il quadro filosofico, estetico ed antropologico legato alla scienza musicologica. Ho partecipato a numerosi seminari, convegni, progetti europei (tra cui Transnational European Music Entrepreneur nel 2019), collaborando continuativamente – in veste di Cultore della Materia - con il prof. Caporaletti, mio attuale Tutor. Il mio percorso di Dottorato – un Dottorato Eureka, che vede la collaborazione dell’azienda LxA, partner Algam Eko, - si occupa dello sviluppo di nuove metodologie tassonomiche capaci di approfondire ulteriormente il campo dell’analisi musicale e, naturalmente, musicologica. La dimensione filosofica pervade costantemente la mia ricerca, incentrata sull’analisi timbrica dei cordofoni composti elettrofoni e sulla prospettiva dischiusa dalla Teoria delle Musiche Audiotattili, offrendomi le capacità per interrogare criticamente il quadro musicologico attuale. Non sono ancora certo di poter dar ragione a quei maestri musicisti “romani”: capire, studiare, suonare, sono aspetti diversi di uno stesso mondo come forse aveva già colto Pitagora.
Jacopo STRADA