XXIX ciclo: Jacopo Francesco FALA'
Condivido in questa newsletter la mia esperienza accademica e le motivazioni che mi hanno spinto a concorrere per un posto di dottorando di ricerca proprio qui a Macerata, sperando che ciò possa essere utile ai lettori per capire il punto di vista, anche se personalissimo, di uno studente appena laureatosi in Magistrale alle prese con il difficile “che fare?” legato a scelte di vita (riflessione sull’utilità del dottorato) e ad aspirazioni ed attese, cercando di gettare uno sguardo sulle valutazioni che fanno infine propendere per una strada, piuttosto che per l’altra.
Ho partecipato al bando di Dottorato per il Corso in Human Sciences, essendomi specializzato in Storia della Filosofia Medievale presso l’Università di Bari, dopo aver concluso la laurea triennale all’Università “Sapienza” di Roma, inframmezzando un anno accademico di studio all’estero con il progetto Erasmus, a Coimbra. Pur essendo originario di un paese non molto distante da Macerata, Chiaravalle (AN), per inclinazione al girovagare e per intima convinzione del valore inestimabile che sono in grado di apportare esperienze lontano da casa e in particolar modo all’estero, non mi ero mai posto seriamente l’opzione di una possibile immatricolazione a Macerata. L’eccessiva prossimità, la voglia di conoscere nuovi modi di fare, nuove culture, nuove lingue, rendeva ai miei occhi poco appetibile questa soluzione. Non ho cambiato carattere ad oggi. Piuttosto, sono subentrate alcune ragioni, che mi hanno spinto a riconsiderare la mia istintiva riluttanza: le Università italiane, almeno per quanto riguarda lo studio della storia della filosofia, esprimono offerte didattiche all’altezza di qualsiasi altro paese europeo. O, perlomeno, il divario che pure possiamo ammettere esistere tra alcune prestigiose sedi universitarie in Europa (Sorbonne, Oxford, etc) in confronto a quelle italiane, non appare tale da giustificare, da un punto di vista squisitamente accademico, una eccessiva esterofilia. Iniziò ad albeggiare in me questa analisi già quando ebbi modo di apprezzare la grande dinamicità degli studenti di Filosofia della Sapienza, che in questi anni hanno prodotto progetti ambiziosi e ben riusciti come la rivista scientifica online “LoSguardo”, o il periodico semestrale cartaceo “Azimuth”, oltre all’indubbia caratura internazionale della scuola di studi storici del prof. Tullio Gregory, che ha formato numerosi docenti di altissimo profilo. In seguito, spinto dal desiderio di fare esperienza in ulteriori paesi esteri, iniziai, subito dopo la Triennale, a tenere contatti con alcune Università francesi, visto che avevo già interiormente deciso che in Francia avrei frequentato il Corso di Laurea Magistrale. In particolare, Aix-en-Provence sembrava essere una buona soluzione, ed arrivai a giungere fin là per visitare i luoghi e parlare con i professori. Dico ora una cosa che penso storia della filosofia, è forse addirittura più facile trovare in Italia che all’estero momenti di approfondimento scientifico. Ho scelto Bari rispetto ad Aix, ed è una scelta di cui sono sempre più profondamente convinto. Bari annovera tra i docenti alcune figure di assoluto rilievo come Costantino Esposito, Pasquale Porro e molti altri professori che animano una rivista internazionale di storia della metafisica tra le più accreditate, Quaestio. Un livello didattico certamente superiore rispetto alla, pur degna, sede universitaria provenzale. Così, anche per quanto riguarda Macerata, da subito si sta dimostrando, ai miei occhi, all’altezza degli standard europei: ho avuto la possibilità di conoscere professori altrettanto validi che stanno portando avanti progetti di ricerca di ampia risonanza e di grande impatto sulla comunità scientifica, affiancati da gruppi di lavoro di giovani dottorandi assai preparati.
I problemi rimangono, e sono numerosi, soprattutto per ciò che riguarda il lavoro delle segreterie amministrative, ma, per non farla lunga, mi piacerebbe condividere questa riflessione: a volte non c’è bisogno di espatriare per trovare “eccellenze” accademiche. Ce ne sono, di locali, e di ben funzionanti. La scure dei tagli ha certo influito molto portando a gravi difficoltà, soprattutto di tipo economico e tecnico-amministrativo, ma possiamo vantarci di un capitale umano ancora di altissimo livello e una buona organizzazione degli studi. Giusto, e, anzi, doveroso fare esperienza all’estero, ma, almeno nel mio settore disciplinare, credo di poter affermare che si tratta di viaggi con possibile biglietto di ritorno, non di fughe.
JACOPO FRANCESCO FALA'