FRANCESCA PETETTA, Dottorato in NEUROSCIENZE - Chemical and Pharmaceutical Sciences and Biotechnology
Mi chiamo Francesca Petetta e sono una dottoranda in Neuroscienze, presso il corso di Chemical and Pharmaceutical Sciences and Biotechnology dell’Università di Camerino. Ho iniziato il mio percorso di Dottorato a novembre 2019, dopo essermi formata presso l’Università di Macerata, con una laurea triennale in Filosofia e una magistrale in Scienze Filosofiche. Entrambe le mie tesi di laurea hanno avuto come relatore il Prof. Luigi Alici, che ha seguito le mie ricerche su autori quali Soren Kierkegaard, Blaise Pascal e Pavel Florenskij. Successivamente, sempre sotto la supervisione del Prof. Alici, ho conseguito il diploma del Master di I livello in Medicina Narrativa, Comunicazione ed Etica della Cura, presso l’Università Politecnica delle Marche, ad Ancona.
Durante la mia formazione ho maturato un profondo interesse per ambiti di studio interdisciplinari e per tematiche di soglia. Dapprima infatti, attraverso i miei lavori di tesi, mi sono dedicata ad argomenti di confine tra filosofia e teologia, quali il rapporto tra fede e ragione o le mediazioni simboliche che permettono un’esperienza conoscitiva che trascende i dati dei sensi e del raziocinio. Grazie alla frequentazione del Master, ho poi intrapreso un percorso di ricerca filosofico più applicativo, indagando i fondamenti, le modalità e le implicazioni di un approccio clinico orientato a considerare e a valorizzare, nel contesto della relazione di cura, tutto il portato eccedente che spesso è celato dietro la definizione di un “paziente” che, da malato, sembra perdere il proprio stato di “persona”.
Sempre più quindi ho fatto mio l’auspicio che la filosofia sia disposta ad applicare il proprio impegno anche entro un contesto che tenga conto delle informazioni derivanti dalle scoperte scientifiche e, allo stesso tempo, che queste ultime siano disposte a lasciare lo spazio, all’interno del proprio metodo, per un movimento “metafisico”, inteso come atto di astrazione che la ragione compie nel momento in cui elabora teorie organizzando i dati sperimentali che ha sottomano. Scrive infatti Giulio Giorello «che la matematica - e più in generale, la scienza - non è quell’insieme di ricette “neutre” cui la scuola ci ha abituato; che la filosofia - cioè lo spirito critico - si annida “nelle pieghe stesse della scienza”; che infine l’impresa scientifica non può fare a meno, almeno nei momenti più audaci e creativi, di metafisica e teologia»[1].
Con tale convinzione ho deciso di approdare a un ambito di ricerca prettamente scientifico, quello delle Neuroscienze, per le quali è davvero valido l’appello a una contaminazione tra discipline speculative e sperimentali. Ho intrapreso così il mio percorso di Dottorato, unendomi al gruppo di ricerca guidato dal Prof. Roberto Ciccocioppo e seguendo gli studi del laboratorio riguardanti le sostanze d’abuso e gli effetti e le alterazioni che esse, in relazione con condizioni di stress, depressione o deprivazione di sonno, provocano sull’organismo e sulla coscienza. Entro tale contesto, il mio intervento si propone di ripensare alcuni concetti filosofici quali, appunto, coscienza, libero arbitrio o natura della conoscenza umana, contestualizzandoli in una ricerca fondata sull’analisi sperimentale degli stati biologici e fisiologici che determinano tali fenomeni.
Attraverso la ricontestualizzazione di queste tematiche, ritengo possibile aggiornarne l’indagine, per rinnovare, così, la ricerca sulla natura della condizione umana. Di essa credo sia importante infatti studiare i profili di autonomia e dipendenza rispetto al sostrato biologico, anche allo scopo di offrire un importante contributo alla riflessione etica e bioetica, alla ricerca medica o alla pratica clinica.
[1] G. Giorello, Il conflitto e il mutamento, in L. Geymonat, G. Giorello, Le ragioni della scienza, Edizioni Laterza, Bari 1986, p. 43.