Valentina CARELLA Premio SIFM
Valentina Carella, giovane laureata in Scienze Filosofiche, allieva della Scuola Leopardi, che ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Università di Macerata, ha vinto il concorso a premi indetto dalla Società Italiana di Filosofia Morale (edizione 2020) per la categoria "migliore monografia", con il lavoro intitolato Animalità del soggetto, soggettività animale. Il contributo della fenomenologia di E. Husserl ad un’etica per l’ambiente.
La ricerca da cui ha avuto origine il lavoro si presenta come un esercizio di contaminazione tra due ambiti complessivamente distinti – la fenomenologia husserliana e l’etica ambientale – nel tentativo di mostrarne le possibilità di arricchimento reciproco. Muovendo dalla consapevolezza che l’etica ambientale necessita di un rinnovamento della riflessione critica sulla nozione di soggetto per riuscire a rendere più incisiva l’azione di dissuasione dallo sfruttamento nei confronti della natura, l’indagine si pone l’obiettivo di ridefinire i contorni della soggettività per mezzo di una descrizione delle strutture fondamentali dell’esperienza e in maniera tale da riuscire a coglierne la reciproca inerenza con il mondo che essa abita e con gli altri esseri viventi che lo abitano con lei.
In particolare, l’impianto del lavoro assume come asse portante l’esposizione sistematica delle riflessioni husserliane sulla questione animale, poiché proprio all’interno di queste ultime emerge come Husserl, attraverso una ricerca delle invarianti e delle condizioni di possibilità dell’esperienza, arrivi a offrire una visione del soggetto capace di metterne in discussione la caratteristica dell’autoreferenzialità ereditata dalla tradizione di pensiero moderna. Con una lettura trasversale della produzione husserliana che viene integrata dal riferimento a manoscritti di ricerca ancora oggi inediti, viene quindi ricostruita la riflessione che Husserl sviluppa attorno al tema dell’animale nella sua duplice accezione: come alterità animale (Tier) che si annuncia nell’esperienza del soggetto umano e come animalità (Animal) che si muove nelle dinamiche più originarie e profonde dell’esperienza non solo umana. Le conseguenze che questo duplice discorso husserliano sull’animale innescano sul piano della dimensione trascendentale permettono di delineare una nozione originale di soggetto che, oltre a estendersi al di là dei confini dell’umanità, detiene un’autonomia che si costituisce solo sulla base dell’esposizione al mondo e della relazione con gli altri esseri viventi.
Seguendo l’incedere della riflessione husserliana, dunque, il lavoro mostra all’etica ambientale delle prospettive di ripensamento che ne criticano le persistenze antropocentriche, le impostazioni meramente materialiste e funzionaliste, nonché i tentativi di ipostatizzazione biocentrica della vita, nella misura in cui tutti questi aspetti si rivelano essere non del tutto coerenti con le strutture fondamentali dell’esperienza. Accanto a questi rilievi critici, il lavoro nella sua conclusione cerca, inoltre, di fornire anche un proprio contributo costruttivo e di mettere a fuoco almeno due cardini per ogni riflessione etica (ambientale ma non solo) che intenda articolarsi sulla base dell’esperienza concreta del soggetto, anziché su ideali normativi astratti: vale a dire, l’impossibilità di aggirare la caratteristica di unicità del soggetto e, al contempo, l’importanza di mettere al centro la qualità delle relazioni che ogni soggetto intrattiene con il mondo e con gli altri esseri viventi, nella misura in cui proprio questa trama di relazioni costituisce il sostrato a partire dal quale il soggetto definisce la propria unica e irripetibile esistenza individuale.
In questo modo, sotto la sollecitazione dell’etica ambientale il lavoro ha la possibilità di far luce su aspetti ancora poco conosciuti della proposta fenomenologica di Husserl: da una parte, le riflessioni in merito all’animale (come Tier e come Animal) che, ad oggi, trovano ancora poco spazio anche all’interno delle interpretazioni più accreditate; dall’altra parte l’enorme potenziale che le indagine husserliane sulle funzioni e sulle strutture dell’esperienza presentano per ripensare ogni soluzione normativa esistente in direzione di una proposta etica che sia pienamente corrispondente al modo umano di abitare.
La fenomenologia husserliana si mostra particolarmente promettente a questo scopo, nella misura in cui essa è presentata da Husserl stesso come una “teoria dell’esperienza” – come una ricerca delle strutture fondamentali e delle condizioni di possibilità dell’esperienza soggettiva – e, soprattutto nel contesto delle analisi genetiche, prospetta una visione del soggetto che sembra metterne in discussione la caratteristica di autoreferenzialità ereditata dalla tradizione di pensiero moderna.