2050: l'Europa nel Mondo
di Domenico Rossetti di Valdalbero e Gabriele Corso*
Più ci si avventura nel tempo, più un’azione di prospettiva può diventare tortuosa. Tuttavia, una strategia degna di questo nome richiede di prendere le distanze dal quotidiano e di riflettere sulle grandi tendenze che possono modellare il lungo periodo.
Questo è l'obiettivo del rapporto della Commissione intitolato Global Europe 2050. Lo studio si basa su tre scenari che - originalità dell'esercizio - sono stati quantificati.
Nello scenario “senza scosse” (Nobody cares), l'Europa segue la sua routine con una crescita debole e senza sorprese, in un mondo molto più dinamico. Le proiezioni sulla forza lavoro mostrano che nel 2050 gli Stati Uniti raggiungeranno l'Ue con 200 milioni di persone in età lavorativa, mentre attualmente l'Ue conta 100 milioni di lavoratori in più. In Cina, si dovrebbe passare dagli 800 milioni di lavoratori nel 2010, ai 650 milioni nel 2050 e in India la forza lavoro crescerà da 500 a quasi 800 milioni.
Il "crollo" (Ee under threats) evidenzia uno scenario in cui il vecchio continente è frammentato e insediato da diverse minacce. L'Europa è divisa e subisce un forte invecchiamento della popolazione. La parola chiave è ‘protezionismo’. In questo scenario pessimista, l'Ue rappresenta solo il 15% dell'economia mondiale nel 2050, contro il 29% nel 2010.
Nella "rinascita" (Eu renaissance) l'Ue è riuscita a coniugare allargamento e approfondimento. Anche se la sua quota del Pil mondiale arriva appena al 17% nel 2050 (la Cina passa dall’8 al 23% e l’India dal 2 all’11%), l'Ue è quasi diventata una federazione di 30 Stati membri, l'euro è una delle tre monete di riferimento e l'Ue è la terza potenza dopo Cina e Stati Uniti.
La popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi nel 2050. Ci saranno tensioni sull’accesso all’acqua potabile, cibo, energia e su altre risorse, nonché rischi provenienti dal riscaldamento globale e dalla concentrazione della popolazione nelle metropoli. Nell'Unione Europea, l'invecchiamento e la riduzione della fertilità comporteranno l’innalzamento dell’età pensionabile. L'immigrazione rappresenterà il 12% della popolazione dell’Ue e un cittadino europeo su cinque sarà musulmano.
Un gran potenziale di crescita sarà rappresentato dal lavoro intelligente, fondato sulle reti e sulle informazioni. I cittadini avranno sempre di più il ruolo di innovative-consumers. Una sfida sarà separare la crescita economica dal consumo di energia.
Nella "rinascita" l’Ue è più ampia e integrata, forte all'interno e in grado di assumere un ruolo centrale nel mondo. Lungi dall'essere in declino, l'Europa globale del 2050 vede nell'invecchiamento un vantaggio. Quest'Europa è capace di trasformare i limiti delle risorse naturali in nuove opportunità imprenditoriali (green economy). L’istruzione, l’innovazione, la sostenibilità e la riduzione delle disuguaglianze sociali sono i suoi punti forti. Si parlerà di un hub europeo dell'innovazione, dove si ritroveranno gli scienziati e i talenti di tutto il mondo.
* Commissione europea, DG Ricerca e Innovazione (esprimendosi a titolo personale)