Home Notizie Archivio Oltre l'8 marzo Valorizzazione della ricerca al femminile nell’ambito di HR

Valorizzazione della ricerca al femminile nell’ambito di HR

Valorizzazione della ricerca al femminile nell’ambito di HR

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di Francesca Spigarelli* 

L’Università di Macerata, nel 2005, ha siglato la Carta Europea dei Ricercatori e il Codice di Condotta per l’assunzione dei Ricercatori, diffusa dalla Commissione Europea attraverso la Raccomandazione dell’11/3/2005.

Carta e Codice di Condotta enunciano i principi generali legati al ruolo, alle responsabilità ed ai diritti dei ricercatori e dei soggetti che assumono e/o finanziano i ricercatori stessi, nonché i principi generali che dovrebbero essere applicati dai datori di lavoro e/o finanziatori nel nominare o assumere i ricercatori. Tra tali principi, un ruolo centrale è svolto dalla necessità di riconoscere e tutelare la posizione delle donne ricercatrici, “favorendo la creazione delle condizioni necessarie per carriere più sostenibili e interessanti per loro nel settore della R&S”. Garantire la sostenibilità della carriera implica anche promuovere soluzioni che consentano a uomini e donne di conciliare “famiglia e lavoro, figli e carriera”. Gender balance e politica delle pari opportunità sono promosse, attraverso la Carta, sia nel momento dell’assunzione, sia nelle fasi successive della carriera. Ovviamente, la Carta ribadisce che in nessun modo la politica delle pari opportunità deve compromettere i criteri di qualità e competenza. 

E’ interessante notare che in diversi punti della Carta si richiama il contenuto del Working Document “Gender Equality in Science” (SEC(2005) 370) in cui si riconoscono i ritardi dell’Europa e dello spazio della ricerca europea con riferimento alla posizione della donna. Si denuncia come, nonostante fin dagli anni ’90 nelle università europee si siano laureate prevalentemente donne, la posizione femminile in ruoli di prestigio nell’ambito della ricerca sia scarsa ed insoddisfacente. Questo squilibrio si riflette nella ridotta e menomata capacità delle donne di affermare le proprie posizioni nei processi decisionali della politica. Inoltre, la scarsa presenza di donne in posizioni di vertice nella ricerca riduce, nel lungo periodo, l’attrattiva del settore stesso per le altre donne, con un indubbio effetto negativo che si propaga. Si denuncia inoltre che le ineguaglianze riscontrate nei percorsi di carriera e nei tassi di abbandono dell’attività lavorativa sono significativamente più alti nelle donne con figli.

Valorizzare la ricerca femminile, dunque, equivale nel linguaggio della Commissione ad eliminare barriere, pregiudizi, comportamenti discriminatori e penalizzanti. Un obiettivo ritenuto prioritario è quello di definire ambienti di lavoro family-friendly, in cui si dia un chiaro segnale al fatto che le donne sono ben accettate e che è possibile – anzi è normale – che ricercatori donne e uomini possano combinare la famiglia con il lavoro, i figli e la carriera. Affinché i principi espressi nella Carta siano effettivamente implementati, l’Università di Macerata, nel settembre 2012, si è formalmente impegnata di fronte alla Commissione Europea ad individuare e perseguire una strategia ad hoc, aderendo all’Institutional Human Resources Strategy Group. Il percorso di auto analisi e diagnosi realizzato nel 2013 ha evidenziato e confermato la percezione di un forte disagio per la presenza di discriminazione, di età e genere.  Oltre alla discriminazione, si denuncia una notevole difficoltà per le donne nel conciliare lavoro e vita familiare.

Anche nel contesto locale, dunque, promuovere e valorizzare la ricerca al femminile implica necessariamente realizzare attività ed iniziative volte a combattere i pregiudizi ed incrinare progressivamente le numerose barriere, che tuttora esistono, per garantire effettiva “parità” nella vita lavorativa alle donne ricercatrici. 

Delegata del Rettore per il trasferimento di conoscenze e competenze, per l'auto-imprenditorialità e per l'implementazione dei principi della Carta europea dei ricercatori

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