Marzo 2016
Le discriminazioni sono ancora presenti e diffuse
di Ines Corti*
L’8 marzo porta con sé riflessioni, analisi, commenti sulla condizione, sui diritti e sulle capacità effettive delle donne: una giornata di valutazione della realtà femminile e del lungo cammino verso il riconoscimento di una piena soggettività e di una sostanziale affermazione dell’uguaglianza di genere, inscritta nella Carta costituzionale e nella Carta dei valori dell’unione europea.
Nonostante i riconoscimenti e le affermazioni giuridiche, l’Italia, secondo i dati del recentissimo Global Gender Gap Report, studio che classifica i Paesi in base alle disparità di genere, si trova oggi al 40° posto nella graduatoria generale, ben al di sotto della maggior parte dei Paesi europei e di molti Paesi extracomunitari. Il Rapporto, pubblicato a fine 2015, rileva differenze di genere particolarmente elevate: nell’ambito delle quattro aree individuate, il nostro Paese si trova al 111° posto per economic participation and opportunity, al 58° per educational attainment al 74° per health and survaival, al 24° per political empowerment. A ciò vanno aggiunti dati assai preoccupanti relativi alla violenza maschile contro le donne rilevati in questi ultimi anni, secondo la Special Rapporteur delle Nazioni Unite nel nostro Paese “violence against women remain a significant problem”.
Tutto ciò evidenzia come, nonostante gli strumenti giuridici a disposizione, le discriminazioni nei confronti delle donne siano ancora presenti e diffuse. A livello internazionale e sovranazionale strumenti quali la Cedaw e la Convenzione di Istanbul chiamano in causa gli Stati obbligandoli a porre in essere azioni adeguate a superare tali violazioni. In particolare esse richiedono, soprattutto a livello preventivo, interventi formativi volti a scardinare quella cultura patriarcale, caratterizzata da pregiudizi e stereotipi, che limita e ostacola le donne, impedendo al contempo al Paese di raggiungere un pieno sviluppo.
L’Università di Macerata, quale luogo di formazione e di ricerca, ha cercato in questi anni di “fare la sua parte” offrendo strumenti culturali e formativi volti a favorire e diffondere un sapere “diverso” o “diversamente trattato” nella consapevolezza che conoscenza e preparazione rappresentano strumenti fondamentali ad abbattere i muri discriminatori. Oltre ad un diffondersi di iniziative, seminari, conferenze sulle questioni di genere, oggi davvero numerose, ad opera dei singoli docenti e dipartimenti, l’Ateneo maceratese, accogliendo come altre università italiane l’invito del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, ha sostenuto, ormai da più di dieci anni, l’organizzazione dei corsi Donne Politica Istituzioni. In linea con la richiesta internazionale di empowerment femminile, questa esperienza inizialmente volta a formare le donne al fine di aumentare la loro presenza nei luoghi decisionali della politica, è apparsa nel tempo sempre più in grado di fornire bagagli di conoscenze utili alle diverse competenze. Aperti anche a persone esterne all’Università e caratterizzati da una presenza media di 80-100 iscritte/i, questi corsi hanno permesso la circolazione di un sapere diverso e più completo anche al di fuori del mondo accademico. La presenza di docenti ed esperte/i italiani e stranieri hanno qualificato ulteriormente l’esperienza: si è trattato di un vero e proprio modello di circolazione di idee e di approfondimenti, un laboratorio attorno alle questioni di genere. Un contributo agli Women’s Studies che, ostacolati dalla cultura accademica ufficiale, sono per questa via formalmente entrati nelle università italiane.
Con lo stesso spirito l’Ateneo ha sostenuto l’organizzazione nel 2014 della prima edizione dell’International Summer School on Gender Rights dedicata alla Violence against Women in collaborazione con l’Università di Urbino e l’Università per la Pace della Regione Marche. Nell’ottica di apertura alle vicende esterne l’Università ha aderito ad una serie di campagne internazionali tra cui quella a sostegno dell’attribuzione del premio Nobel per la Pace alle donne africane e quella relativa alla giornata mondiale contro la violenza maschile nei confronti delle donne One billion rising che, quest’anno, ha attivamente coinvolto il Consiglio degli studenti, che hanno partecipato con un proprio flash mob.
L’organizzazione di eventi, manifestazioni, seminari legati alle questioni di genere sono espressione di un nuovo corso. L’Ateneo di Macerata ha mostrato un forte senso di responsabilità: accogliendo occasioni di formazione “di genere” dirette ad incidere nella cultura attuale e in quella futura, l’università nel suo insieme, sta cercando di rispondere, per quanto le compete, a quella forte esigenza di uguaglianza e di giustizia che ancora oggi reclamano le donne e gli uomini di questo Paese.
* Delegata del Rettore per le politiche di pari opportunità e di trasparenza amministrativa; sovrintende al Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni