Umanesimo digitale, l'esperienza del laboratorio
di Laura Melosi*
Può sembrare un ossimoro, ma se si è disposti a valicare i confini della prassi consolidata e a mettersi in relazione con le tecnologie attuali, appare chiaro che l’umanesimo digitale è una maniera ulteriore di declinare gli studia humanitatis, non necessariamente antitetica rispetto all’orizzonte della testualità in cui siamo abituati a muoverci.
L’uso del computer ha fatto irruzione anche nelle discipline umanistiche, modificandone in qualche misura le metodologie di approccio. Non riconoscere la larga diffusione di questo nuovo rapporto con il testo – nelle sue varie declinazioni – equivale a chiudere gli occhi di fronte a un cambiamento strutturale del nostro tempo.
Sono molte le aree in cui il digitale e gli studi umanistici si incontrano, influenzandosi reciprocamente e aprendo nuove prospettive didattiche, formative, professionali. Raramente gli studenti ne sono informati, almeno all’inizio del loro iter universitario.
Proprio per colmare questa distanza si è pensato di dar vita a un Laboratorio di Umanesimo Digitale, articolandolo in due percorsi (uno filologico-letterario, l’altro storico-documentario) per illustrare gli strumenti teorici e metodologici relativi al trattamento informatico dei testi e alla loro interpretazione critica, alla ricerca nelle biblioteche e nei corpora online, all’impostazione di banche dati e archivi digitali, all’analisi tecnica di siti e reperti archeologici e artistici, alla comunicazione dei risultati del lavoro umanistico attraverso strumenti innovativi.
Si tratta di un primo avvicinamento a questi temi, nella duplice prospettiva della ricerca accademica e della applicazione pratica. Lo scopo è quello di familiarizzare gli studenti con la dimensione degli studi più avanzati e di allargare il loro sguardo alle specializzazioni lavorative che le digital humanities aprono. Per esempio, far dialogare competenze umanistiche e tecnologiche è essenziale nel settore in pieno sviluppo dell’editoria digitale, dove informatica e cultura umanistica sono contigue. La società informatizzata porta con sé il bisogno di figure professionali inedite, delle quali si avvale la cosiddetta “economia della conoscenza”: ne è un altro esempio il lessicografo esperto nel trattamento dei dati empirici, in grado di far convergere linguistica e ICT.
Non deve sorprendere il fatto che l’esigenza di un laboratorio di questo genere sia stata avvertita prioritariamente dalla Classe delle lauree in Lettere e Storia, promotrice dell’iniziativa con il coinvolgimento dell’intero Dipartimento di Studi Umanistici e degli altri Dipartimenti dell’Ateneo. I settori scientifici più saldamente ancorati al passato, per statuto e per vocazione, misurano la loro vitalità anche attraverso la capacità di riversare le conoscenze in un futuro che sia chiamato a farne tesoro. Ovviamente a patto che quel passato e il bene prezioso della tradizione culturale che lo sostanzia non ne risultino snaturati, banalizzati, in una parola traditi.
*L.M. Presidente del Consiglio della Classe unificata delle lauree in Lettere e Storia