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Per una gestione comune delle risorse marine

L’Eusair come opportunità per la definizione e la realizzazione di una governance condivisa delle risorse marine del bacino adriatico-ionico

di Andrea Caligiuri *

Entro la fine del 2014, la Commissione europea presenterà al Consiglio europeo una proposta per l’adozione di una “Strategia dell'UE per la regione adriatico-ionica (EUSAIR)". L’EUSAIR coinvolgerà 8 paesi: 4 Stati membri dell'UE (Croazia, Grecia, Italia, Slovenia) e 4 paesi non UE (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia).

Nell’ambito del dibattito sulla costituenda Euroregione è emerso come le questioni connesse alla tutela dell’ambiente marino e allo sfruttamento delle risorse naturali legate al mare siano tra le più importanti da affrontare.

La dimensione marittima riveste un’importanza economica, sociale e ambientale fondamentale per l’UE nel suo complesso, ma essa si presenta anche come una opportunità di sviluppo unica per la Regione Marche.

Nell’ottica di contribuire alla promozione dell’uso sostenibile dei mari e alla conservazione degli ecosistemi marini, l’Ateneo maceratese ha una concreta possibilità di contribuire alla definizione di modelli di governance per le aree di cooperazione in cui si articolerà la competenza dell’Euroregione.

In particolare, un ambito di ricerca potrebbe riguardare la governance delle risorse marine con un’attività finalizzata a definire nuovi modelli di gestione basati sulla conoscenza. I principali filoni di ricerca dovrebbero riguardare i due settori che rivestono un maggiore impatto sulla crescita economica europea e sulle sfide geopolitiche che l’UE deve affrontare: lo sfruttamento delle risorse minerarie marine e la bioteconologia blu. In questi settori non è ancora stata organizzata una cooperazione strutturata nel bacino adriatico-ionico e, pertanto, costituiscono veri e propri laboratori per giuristi, esperti e tecnici.

L’importanza strategica che l’UE ripone nella creazione di strumenti di governance efficace per lo sfruttamento delle risorse minerarie che supportino le politiche degli Stati si desume, in particolare, per il settore delle risorse minerarie marine, dalla Comunicazione della Commissione “Garantire l’accesso alle materie prime per il futuro benessere dell’Europa. Proposta di partenariato europeo per l’innovazione concernente le materie prime” (COM(2012) 82 def.). Si noti che, in questo settore, gli Stati costieri del bacino adriatico-ionico, avendo già predisposto piani nazionali per lo sfruttamento delle risorse minerarie presenti nelle rispettive zone economiche esclusive e sulle loro piattaforme continentali (v., ad esempio, il sistema di concessione di licenze per l’esplorazione e di concessioni per l’estrazione di petrolio e di gas naturale predisposte dall’Italia e dalla Croazia) o piani di investimento comune (v. Trans Adriatic Pipeline – TAP), si troveranno concretamente a dover affrontare e risolvere problemi di coordinamento delle loro politiche, in linea con quelle che saranno le finalità di tutela ambientale fissate a livello di cooperazione in seno all’Euroregione.

Per quanto concerne il settore delle biotecnologie blu, com’è noto, gli Stati costieri della regione adriatico-ionica devono coniugare gli obblighi internazionali assunti in materia ambientale (es. Convenzione sul diritto del mare, Convenzione sulla biodiversità, Protocollo di Madrid sulla gestione integrata delle aree costiere del Mediterraneo) con la necessità di sfruttamento del patrimonio biologico a fini economici. Gli investimenti nelle biotecnologie blu rappresentano, infatti, uno degli strumenti per vincere la competizione in materia di ricerca e sviluppo tecnologico a livello globale. Alla luce di ciò, l’UE si è prefissata l'obiettivo di sfruttare pienamente il potenziale economico dei mari, nell'ambito di un approccio basato sugli ecosistemi, attraverso una ricerca europea integrata e dinamica (v. Comunicazione della Commissione, “Una strategia europea per la ricerca marina e marittima. Uno Spazio europeo della ricerca coerente per promuovere l'uso sostenibile degli oceani e dei mari”, COM(2008) 534 def.). La ricerca proposta avrebbe come finalità la costruzione di un patrimonio di conoscenze condiviso e l’individuazione di meccanismi innovativi della loro trasmissione, al fine di guidare lo sviluppo di politiche nazionali e regionali coerenti con l’approccio ecosistemico.

L’Università di Macerata ha competenze ed expertise scientifiche per contribuire al processo di definizione di una struttura di governance per la regione adriatico-ionica, efficace ed innovativa. Partendo da una strategia di valutazione e di monitoraggio dell’ambiente marino, il nuovo modello di governance dovrebbe fornire ai policy makers la base per definire un quadro giuridico adeguato alla gestione delle risorse marine e che si fondi su evidenze scientifiche ben definite, al fine di promuovere il miglior equilibrio possibile tra conservazione delle risorse e loro sfruttamento sostenibile. In quest’ottica, si prospetta un’opportunità unica per la comunità scientifica di trasferire le proprie conoscenze empiriche a tutti i livelli operativi e decisionali, delineando un efficace modello di trasmissione delle informazioni che possa essere replicato.

Un altro punto di forza di una simile ricerca è quello di creare un legame stabile tra attività scientifica e società civile, enti locali e organizzazioni settoriali interessate. In particolare, immaginando una disseminazione dei risultati della ricerca, anche nelle fasi intermedie, si potrebbe garantire ai cittadini di essere in possesso di informazioni aggiornate relative ai cambiamenti che stanno avvenendo nei loro ecosistemi marini, favorendo una più ampia e consapevole partecipazione democratica ai processi decisionali attivati a protezione dei loro mari. La disseminazione fornirebbe inoltre agli operatori economici e sociali dati utili ad orientare investimenti e piani di sviluppo in modo coerente con l’approccio ecosistemico incentivato dall’UE.

* Ricercatore di diritto internazionale

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